Special Olympics: Berlino, ieri la prima medaglia d’oro per l’Italia dai “magnifici quattro” del bowling

foto Special Olympics

Ieri è arrivata la prima medaglia d’oro del Team Italia ai Giochi mondiali Special Olympics in corso a Berlino e non parla al singolare. I fantastici quattro che si sono aggiudicati il podio più alto nella disciplina del bowling a squadre sono Michela Sassone, Silvia Cabrini, Giulio Bocchetti, Gianluigi Saulle. La gioia delle due coppie di atleti è contagiosa e vincere insieme si rivela proprio una sensazione bellissima: una squadra, un sogno realizzato. E nello spirito Special Olympics fare le cose insieme è meglio: tutti per uno, uno per tutti.
Michela Sassone ha 33 anni, è di Vercelli e a Berlino è giunta con le tasche cariche di entusiasmo. Ha difficoltà relazionali dovute ad un’insufficienza placentare della mamma nell’ultimo mese di gravidanza, condizioni di salute sfociate in quella definita come patologia di “piccola malattia” di carattere epilettico. La scoperta dello sport ha avuto un ruolo fondamentale, con motivazioni e approcci iniziali un po’ frenati dal carattere non propriamente espansivo, ma con il trascorrere del tempo, via via sempre più gratificanti sotto il profilo personale, grazie all’impegno e ad una maggiore sicurezza delle proprie potenzialità.
Silvia Cabrini è una roccia e questo oro è solo una sfumatura che solidifica ancora di più la sua autostima ed indipendenza. Dopo un’infanzia passata tra specialisti e medici solo ai 18 anni arriva la diagnosi di “ritardo mentale lieve”. La sua famiglia la supporta in tutt e la sorella minore ammette: “Spesso prendo ispirazione da mia sorella, Silvia è fantastica, è tenace. Somigliarle è un privilegio”.
Gianluigi Saulle è un ragazzo autistico di 23 anni con l’hobby del modellismo e due grandi passioni: il cinema e, naturalmente, il bowling. Da otto anni frequenta le piste macinando strike su strike e a Berlino per la prima volta sta vivendo un’esperienza lontano da mamma Patrizia e papà Francesco. “A Special Olympics vogliamo dire grazie per tutto quello che ha fatto e che continuerà a fare”, dicono i genitori.
Giulio Bocchetti ha 33 anni, è di Torino ed ha la sindrome di Down. La sua famiglia ha cercato di avvicinare entrambi i figli allo sport portandoli in piscina sin da piccoli, ma quella prima esperienza si è conclusa senza alcun beneficio. Verso i 17 anni, invece l’incontro con l’Asd Pandha Torino e Giulio ha ripreso a praticare nuoto. Nel 2007 arriva la sua prima gara Special Olympics: Giulio ha dovuto imparare che ci sono delle regole da rispettare, anche se vanno oltre la sua comprensione. Frequentare Special Olympics gli ha permesso di crescere, organizzarsi, essere autonomo.

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