Riviste: Scarp de’ tenis, nel numero di giugno approfondimenti sull’allarme rosso sul clima

“Non mi escono dagli occhi le immagini della terribile alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna poche settimane fa. Acqua e fango hanno portato morte, sofferenza e disagio. Siamo vicini alle famiglie che hanno subito lutti e danni. Nelle pagine interne raccontiamo anche quanto stanno facendo le Caritas locali per le popolazioni colpite”. Lo scrive Stefano Lampertico, direttore della rivista di strada Scarp de’ tenis, promossa dalla Caritas, nell’editoriale del numero di giugno (in vendita online su www.social-shop.it e da sabato in strada e davanti alle parrocchie per tutto il mese). La copertina è dedicata all’allarme rosso sul clima. “Quando abbiamo pensato ai contenuti di questo numero non immaginavamo cosa sarebbe successo. Avevamo però deciso di proporre le nostre riflessioni sul tema del cambiamento climatico e degli effetti estremizzanti che tale cambiamento porta con sé anche nelle zone in cui viviamo”.
L’Italia, e in generale il bacino del Mediterraneo, è indicato dai ricercatori di tutto il mondo come un “hotspot del cambiamento climatico”, una delle zone più critiche che subirà l’estremizzazione dei fenomeni climatici. Così, nonostante la gravissima alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna a più riprese, secondo il Cnr una percentuale compresa tra il 6% ed il 15% della popolazione del nostro Paese vive in territori esposti ad una siccità severa o estrema. Un tema che è all’ordine del giorno della politica internazionale ma che fatica a mostrare soluzioni concrete. Sullo stesso tavolo c’è un altro tema trascurato. La rivista parla, quindi, degli Obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dalle Nazioni Unite per l’Agenda 2030. “Ebbene, anche tali obiettivi sono lontanissimi dai target che ci si era proposti. Ne parliamo all’interno del giornale e nella sezione Ventuno dedicata all’economia sociale”. Come sempre, poi, tante altre storie. Una su tutte arriva da Venezia e racconta Fie A Manetta. Di cosa si tratta? È un progetto nato in tempo di pandemia che diffonde tra donne e ragazze la guida delle barche a motore, pratica rimasta sempre molto maschile in Laguna.

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