Israele: ebrei ortodossi contro gruppi evangelici. Schutz (ambasciatore presso Santa Sede), “una vergogna. Intolleranza da condannare”

“È una vergogna. Tali atti di estrema intolleranza devono essere condannati con la massima fermezza, fermati e puniti”: non usa mezzi termini l’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Raphael Schutz, per condannare, in un tweet, quanto accaduto lo scorso 28 maggio, a Gerusalemme, dove numerosi (alcuni media israeliani parlano di circa 200, ndr) ebrei ortodossi hanno aggredito verbalmente un gruppo di cristiani evangelici, presso il Davidson Center, il parco archeologico che si trova accanto al Muro Occidentale nella Città Vecchia. La protesta ha avuto luogo in concomitanza con la fine del periodo di preghiera e digiuno lungo 21 giorni (7-28 maggio) chiamato “Isaia 62” condotto da gruppi evangelici per chiedere a Dio il compimento delle promesse e dei piani di salvezza per Gerusalemme e Israele. Una campagna interpretata dagli ebrei ortodossi come una chiara forma di proselitismo. I manifestanti, secondo quanto riportato dai media israeliani, hanno chiesto a gran voce ai pellegrini di andare altrove a condurre l’attività missionaria. Dura anche la reazione da parte del Ministero degli Esteri israeliano che, in un tweet, “condanna ogni violazione della libertà di religione e di culto a Gerusalemme. Lo Stato di Israele considera la libertà di religione e di culto a Gerusalemme, sacra per ebrei, cristiani e musulmani, un valore centrale nel tessuto della vita della città”.

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