Diocesi: Milano, presentato il Bilancio di missione. Mons. Delpini, “strumento promettente, mostrare ciò che di bene si fa con le risorse della gente”

(Foto: ITL/Mariga)

“Esprimo la mia gratitudine per il lavoro svolto, perché questo Bilancio non è soltanto un rendiconto, ma rivela uno sforzo per coinvolgere tutti gli attori degli Enti centrali e collegati della diocesi di Milano, interessati a una missione per uno scopo condiviso. Cosa che permette una conoscenza e una sorta di moltiplicazione delle attività e del bene sul territorio”. Queste le parole dell’arcivescovo Mario Delpini, che ha concluso la conferenza stampa di presentazione del primo Bilancio di missione dell’arcidiocesi di Milano, svoltasi in Curia.
“Il secondo aspetto che voglio sottolineare – ha proseguito il presule – è l’esemplarità di ciò che, dopo un lavoro impegnativo, abbiamo prodotto che può essere assunto come criterio anche per le singole parrocchie al fine di documentare il loro lavoro. Molte risorse parrocchiali vengono dalle offerte dai fedeli e, dunque, mi pare che sarebbe edificante mostrare ciò che di bene si fa con le risorse della gente. Questo è uno strumento promettente”.
Una terza parola evidenziata da Delpini è stata “la narrazione”, “narrando appunto ciò che siamo, cosa è la Chiesa, non con una verifica funzionale, ma per una testimonianza di quella che è la nostra missione. Annunciamo il Vangelo anche raccontando come usiamo le risorse che abbiamo. La narrazione fa incontrare la concretezza con l’ideale della missione. Noi non facciamo un bilancio solo per dare dei numeri, ma per dire che questi sono all’interno di un orizzonte di valori”. “Sentiamo la responsabilità di fare un bilancio di missione – ha aggiunto – per rendere conto e dimostrare che le risorse sono effettivamente destinate alla missione della Chiesa che è quella di annunciare il Vangelo, di prendersi cura dei poveri, di favorire l’educazione dei giovani. Mi preme sottolineare che, nella nostra Chiesa, il Vescovo prende praticamente lo stesso stipendio del prete più giovane della Diocesi e che i presbiteri che lavorano in Curia non guadagnano più di un parroco”.
Facendo, poi, riferimento al meno del 2% delle risorse mancanti, tra entrate e uscite, per cui si è reso necessario il ricorso a riserve interne, come si legge nel documento, l’arcivescovo ha osservato: “Questa è una piccola percentuale, però effettivamente dimostra che le esigenze e le emergenze richiedono un incremento. Certo in questo Bilancio, non entrano tutti i beni delle parrocchie, delle istituzioni di cura, degli ospedali, delle attività che i singoli Enti fanno per i disabili, per gli anziani, per i doposcuola”.

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