Diocesi: mons. Pavanello (Adria-Rovigo), “la vita sociale, anche nella nostra città, ha bisogno di uno stile ‘mariano’, ispirato all’umiltà e al servizio”

“La memoria delle grazie ricevute ci è di stimolo a chiedere pure oggi il soccorso dell’intercessione potente della Vergine”: lo ha detto stasera il vescovo di Adria-Rovigo, mons. Pierantonio Pavanello, nella messa celebrata al Tempio civico della Beata Vergine del Soccorso, ricordando che “la festa della Visitazione di Maria è legata fin dalle origini al culto della Beata Vergine del Soccorso, la cui immagine è custodita in questa chiesa.
“Il momento che viviamo per la città non è facile, soprattutto per la grave difficoltà di dare una soluzione alla crisi che attanaglia da tempo l’ente deputato all’assistenza degli anziani, un problema che da un lato mette a nudo le responsabilità di politici e di amministratori che si sono succeduti negli anni e che divide e sconcerta l’opinione pubblica, ma dall’altro chiede anche all’intera comunità cittadina di riflettere sulla necessità di un impegno più consapevole e attivo di tutti i cittadini nella ricerca del bene comune e nella partecipazione alla gestione della cosa pubblica”, ha evidenziato il presule, che ha invitato a “pregare la Vergine Maria, chiedendole soprattutto la grazia di imparare da lei ad assumerci le nostre responsabilità con fortezza e umiltà allo stesso tempo. Forza e umiltà non sono virtù che si contrappongono: la vera forza infatti presuppone l’umiltà e l’umiltà a sua volta rende forti. È questo il segreto che possiamo cogliere nella vita della Vergine, in modo particolare nel cantico del Magnificat”.
Per il vescovo, “abbiamo bisogno anche noi di riscoprire il valore dell’umiltà in una cultura dove sembra valere solo il farsi vedere, mostrare di essere più degli altri e dove la prepotenza e la violenza dilagano. Maria ha scoperto che c’è un’altra logica, la logica di Dio, che rovescia le gerarchie umane: Lui, l’Onnipotente, ha ‘disperso i superbi’, ‘ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote’”.
L’umiltà, ha osservato mons. Pavanello, “non è solo una virtù individuale, è anche il fondamento della vita sociale: solo chi è umile sa collaborare con gli altri e costruisce relazioni positive. La vita sociale, anche quella della nostra città, ha quanto mai bisogno di uno stile ‘mariano’, ispirato all’umiltà e al servizio, alla forza della mitezza e del confronto”.

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