Papa Francesco: messa del Crisma, “doppiezza clericale è pericolosa, non va tollerata”, “combattere le falsità che si agitano in noi”

“La vita spirituale diventa libera e gioiosa non quando si salvano le forme e si cuce una toppa, ma quando si lascia allo Spirito l’iniziativa e, abbandonati ai suoi disegni, ci disponiamo a servire dove e come ci viene chiesto”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della Messa del Crisma nella basilica di San Pietro, inizio del triduo pasquale. “Il nostro sacerdozio non cresce per rammendo, ma per traboccamento!”, ha esclamato Francesco: “Se lasciamo agire in noi lo Spirito della verità custodiremo l’unzione, perché le falsità  – le ipocrisie sacerdotali – con cui siamo tentati di convivere verranno alla luce. E lo Spirito, il quale ‘lava ciò che è sordido’, ci suggerirà, senza stancarsi, di ‘non macchiare l’unzione’, nemmeno un poco. Viene alla mente quella frase del Qoelet, che dice: ‘Una mosca morta guasta l’unguento del profumiere’”. “È vero, ogni doppiezza – la doppiezza clericale – che si insinua è pericolosa”, la denuncia del Papa: “non va tollerata, ma portata alla luce dello Spirito. Perché lo Spirito Santo, lui solo, ci guarisce dalle infedeltà. È per noi una lotta irrinunciabile: è infatti indispensabile, come scrisse San Gregorio Magno, che ‘chi annuncia la parola di Dio, prima si dedichi al proprio modo di vivere, perché poi, attingendo dalla propria vita, impari cosa e come dirlo. Nessuno presuma di dire fuori ciò che prima non ha ascoltato dentro’. Ed è lo Spirito il maestro interiore da ascoltare, sapendo che non c’è nulla di noi che Egli non voglia ungere”. “Invocare lo Spirito sia non una pratica saltuaria, ma il respiro di ogni giorno”, l’invito: “Io, consacrato da lui, sono chiamato a immergermi in lui, a far entrare la sua luce nelle mie opacità – ne abbiamo tante – per ritrovare la verità di quello che sono. Lasciamoci spingere da lui a combattere le falsità che si agitano in noi; e lasciamoci rigenerare da lui nell’adorazione, perché quando adoriamo il Signore egli riversa nei nostri cuori il suo Spirito”.

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