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Consiglio d’Europa: rapporto su sentenze Corte diritti dell’uomo. Migliaia di casi davanti ai giudici di Strasburgo. Il “problema-Russia”

foto SIR/Marco Calvarese

“Il rispetto delle sentenze è essenziale per lo Stato di diritto. Nel corso degli anni, gli Stati membri hanno compiuto progressi costanti nell’attuare le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu), ma la Corte si sta occupando di un numero sempre maggiore di casi di crescente complessità”. Lo ha dichiarato il segretario generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, in occasione della pubblicazione dell’ultimo rapporto annuale del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa sull’esecuzione delle sentenze della Cedu. “La Convenzione sui diritti umani ha progressivamente migliorato la vita delle persone. Affinché l’impatto positivo continui, gli Stati membri devono dimostrare la volontà politica di attuare pienamente e coerentemente le sentenze”, ha aggiunto. Nel 2022 la Corte Ue ha trasferito 1.459 nuovi casi al Comitato dei ministri, che ne supervisiona l’attuazione. In totale 880 casi sono stati chiusi, tra cui 200 casi principali che “richiedono misure specifiche e di ampia portata da parte dei Paesi per evitare che violazioni simili si ripetano”. Mentre 6.112 casi dovevano ancora essere pienamente attuati entro la fine del 2022, tra cui 1.299 casi principali. Alla fine del 2022, 2.352 (il 38%) dei casi pendenti riguardavano la Federazione Russa, esclusa dal Consiglio d’Europa il 16 marzo 2022. Sei mesi dopo “la Russia ha cessato di essere parte della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, ma rimane obbligata, in base al diritto internazionale, ad attuare le sentenze della Corte europea”.

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