Messa Crismale: mons. Tisi (Trento), “non valutare la vita con i like, ma percepire la bellezza della via di Gesù”

Nella cattedrale di Trento, stamani, Giovedì Santo, più di duecento preti e religiosi, insieme a tanti fedeli (tra cui un centinaio di cresimandi provenienti da diverse zone del Trentino), hanno partecipato alla solenne Messa del Crisma, presieduta dall’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi.
Nel corso della liturgia sono stati benedetti gli oli santi: l’olio del crisma (usato nel conferimento di battesimo, cresima e nelle ordinazioni sacre), l’olio dei catecumeni (coloro che si preparano al battesimo) e l’olio per l’unzione degli infermi. Una particolarità: all’olio del Crisma è stato mescolato anche l’olio ricavato dagli ulivi piantati nei terreni di Capaci, dove si consumò la strage del giudice Falcone, della moglie e della scorta. Un simbolo di riscatto e di lotta alla mafia, donato nelle scorse settimane al vescovo. La Messa del Crisma – concelebrata dal vescovo emerito Luigi Bressan e dal vescovo missionario verbita Francesco Sarego – segna “un particolare momento di festa per i preti”, che in questo giorno fanno memoria della loro ordinazione, rinnovando le promesse sacerdotali. A loro si è rivolto l’arcivescovo con un ringraziamento e un accorato “mea culpa”: “Voi siete, per le nostre comunità, benedizione, consolazione e conforto. Vi chiedo perdono per tutte le volte che vi sono passato accanto senza accorgermi di voi e quando, per le mie decisioni, posso aver arrecato sofferenza, delusione e fatica. Chiedo perdono anche alle comunità, per la mia scarsa testimonianza”. “Raccontare a Dio la propria delusione, frustrazione, angoscia è infatti segno che siamo vivi. Preoccupante, viceversa, quando in noi si spegne la domanda”, ha aggiunto.
All’origine del “disincanto”, secondo mons. Tisi un “carico pastorale sproporzionato, strutture ormai obsolete, le fatiche legate alle diverse età della vita”. Ma c’è dell’altro: “In questo frangente storico, l’unità di misura con cui si valuta la vita è la prestazione, la visibilità, i like, la capacità di accreditare la propria immagine. Tutto ciò rende estremamente difficile percepire la bellezza e l’energia che scaturiscono dalla vita di Gesù. In Lui, infatti, a dettare il passo è la creazione di spazi per l’altro, il farsi prossimo senza nulla in cambio”.

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