Messa crismale: mons. Raspanti (Acireale), “la fede è la capacità di comprendere in questo tempo il messaggio delle Scritture”

(Foto: diocesi di Acireale)

“Risurrezione, missione e inculturazione”: queste le parole chiave dell’omelia del vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana (Cesi), mons. Antonino Raspanti, per la messa crismale, celebrata in cattedrale, stamattina. Osservando che nell’odierno contesto secolarizzato è “ribaltato e polverizzato” l’impianto culturale che la fede cristiana aveva assunto in Occidente, mons. Raspanti ha aggiunto: “Anche la nostra Chiesa diocesana ha preso ampiamente coscienza di vivere ormai irreversibilmente in un’epoca nuova, essendosi lasciata alle spalle quella struttura cristiana di società sulla quale la nostra cura pastorale era modellata”. Non è concepibile, perciò, avere una profonda nostalgia della cristianità perduta pensando di tornare indietro nel tempo perché “si cadrebbe in una grande illusione svuotando di significato i segni dello Spirito nella storia che svelano l’unica verità, cioè Gesù di Nazareth”.
Nella nostra società, nonostante i mutamenti di scenario, si è intensificata “la domanda e la ricerca religiosa” che si esprime nei modi della cultura contemporanea anche se ancora sono accentuate nelle nuove generazioni “la distanza e l’ignoranza degli elementi basilari della fede cristiana” e non sono così rari, inoltre, “i casi di persone non battezzate e la presenza di fedeli di altre religioni nelle nostre città”. È importante però evidenziare che le domande di oggi, profonde e autentiche, possono essere occasione per “far sfociare nell’adesione a Cristo popoli di diverse culture, così come fecero i nostri padri”.
Sul rapporto evangelizzazione e inculturazione il vescovo ha invitato, quindi, ad aprire una riflessione costruttiva. “La presenza del Signore è un dono gratuito, sorprendente e sempre nuovo. L’incontro personale con Gesù Risorto ci aiuta a riconoscerlo, a ritrovare la grammatica della nostra fede e ad articolare la sintassi dell’azione evangelizzatrice: questa è la nuova inculturazione della fede. I discepoli, infatti, dialogando con Gesù, compresero chiaramente il senso del messianismo del Crocifisso annunciato nelle Scritture”, ha detto il presule.
Questa “nuova intelligenza di Gesù e del nostro tempo” è ricevuta e assimilata nello Spirito Santo, non nella ripetizione meccanica e stanca dei rituali e delle pratiche: “La fede non è una generale credenza di quel che ci è stato trasmesso e che tentiamo di consegnare in una serie di pratiche preordinate e ripetute; è piuttosto la capacità di comprendere in questo tempo il messaggio delle Scritture. Ciò può accadere solo nella ricerca e nella frequentazione personale con Gesù Risorto”.
Nelle apparizioni “Gesù affida agli Apostoli e alla Chiesa la missione di immergere ogni creatura nella Trinità. Gesù ha vissuto nella sua unione ipostatica la figliolanza in una umanità e adesso la vive in ogni creatura”. La missione “è rivelare ad ogni uomo Cristo e riconsegnarlo al Padre. In questo modo troveremo la sapienza che ci farà scegliere gli strumenti più adatti all’oggi per trasmettere la fede”.

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