Messa crismale: mons. Cipolla (Padova), “è il Signore che ci ha chiamati” e “noi ci siamo e siamo contenti di esserci”

Foto diocesi di Padova

“Noi siamo chiamati al ministero presbiterale, diaconale” per “le comunità cristiane e per i nostri cristiani. Siamo stati richiesti di porci al loro servizio, al servizio della loro vocazione e della loro missione. Anzi, il vescovo stesso è per voi presbiteri e diaconi perché voi possiate essere completamente per loro. È il Signore Gesù che ci ha chiamati a questo servizio, lui stesso!”. Lo ha detto questa mattinai il vescovo di Padova Claudio Cipolla nell’omelia della messa crismale celebrata nella basilica cattedrale. Tra gli oli benedetti, anche l’olio prodotto dalle piante di ulivo del “Giardino della memoria di Capaci” a Palermo dove, in ricordo dell’uccisione da parte della mafia del giudice Falcone, della moglie e di tre agenti della scorta 31 anni fa, è stato piantato un uliveto. 
Collegando il Giovedì Santo “con quell’assemblea nella quale pubblicamente è stato proclamato il nostro nome e ciascuno ha risposto con il suo generoso ‘Eccomi'”, il presule ha osservato: “
In quel giorno abbiamo consegnato al Signore la nostra vita, ci siamo fidati della sua Parola rinunciando al primato delle nostre parole”. “Siamo sudati, affannati, qualcuno è un po’ sporco o ammaccato a causa di inevitabili contrasti. Ma stiamo giocando la partita con la nostra squadra, come mi hanno chiesto di dire i ragazzi dell’Acr domenica. Una squadra che ha bisogno di tutti noi e che viene indebolita ogni volta che qualcuno la lascia”. “Ci siamo e siamo contenti di esserci, contenti di poter consegnare al Signore anche questo anno di ministero. Fin qui, fino ad oggi ce l’abbiamo fatta, certamente non per bravura ma per Grazia”. 
“La benedizione degli olii santi che verranno consegnati alle nostre comunità come segno della nostra unità e della consolazione del Signore, il sinodo che stiamo celebrando e vivendo con la preghiera che il Signore ci indichi le vie che la sua Chiesa è chiamata a percorrere – ha concluso il presule – ci vedano ‘davanti’ ai nostri cristiani e provochino in noi riconoscenza e lode ‘a Colui che ci ama e ci ha liberati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre'”.

 

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