Messa crismale: mons. Morrone (Reggio Calabria), “sollecitati ad andare all’essenziale della nostra chiamata battesimale e al mandato ecclesiale”

(Foto: arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova)

“La nostra comunità ecclesiale e in particolare il nostro presbiterio, come sappiamo, ha vissuto una particolare scossa di assestamento in quest’ultimo periodo quaresimale, che è tempo di conversione e rinnovamento personale ed ecclesiale, tempo propizio di passaggi sempre faticosi dalla sincerità alla verità, dal lumicino della nostra coscienza alla luce evangelica custodita dalla santa Chiesa di Dio. Siamo stati sollecitati ad andare all’essenziale della nostra chiamata battesimale e, di conseguenza, al mandato ecclesiale, all’elezione che in nome del Signore ci ha costituiti ministri autorizzati nell’annuncio della Parola e, nella presidenza dell’Eucaristia, amministratori della Sua grazia, per pascere il Popolo santo di Dio a noi affidato e camminare insieme nella carità di Cristo”. Lo ha ricordato questa mattina mons. Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, nell’omelia pronunciata durante la Messa crismale che ha presieduto in cattedrale.
Dopo aver ricordato che “solo l’amore trasfigura, transustanzia la nostra esistenza. Tutto il resto è relativo”, il presule ha sottolineato che “pur non sapendo dove lo Spirito del Signore intende condurci, noi siamo qui, vescovo e presbiteri, insieme al suo popolo, perché ci fidiamo di Lui, Lui solo è Parola di vita eterna”. “La novità dello Spirito del Risorto – ha evidenziato mons. Morrone – ci rimette continuamente in cammino verso il futuro nuovo di Dio, come in questo Giovedì Santo in cui siamo pro-vocati della Sua voce che risuona nella voce apostolica della Chiesa, invitandoci a rinnovare le nostre promesse, confidando unicamente sulla fedeltà amorevole, misericordiosa del Padre di Gesù”. “Riprendiamo con fiducia il nostro cammino comune, e benediciamo il Signore che ci ha donato una Chiesa e un presbiterio così ricchi”, l’esortazione dell’arcivescovo: “In esso – ha continuato – la Luce del Signore si riflette nella varietà delle sensibilità, delle posizioni rispetto al discepolato ed all’autorità ed all’autorevolezza della Chiesa. Lo Spirito del Signore ha movimentato il setaccio della nostra vita perché, lasciandoci ancora una volta guidare non dal nostro sentimento, ma da sentimenti del Cristo, impariamo a saper distinguere, nel non facile discernimento accompagnato dal Vescovo, la nostra volontà dalla volontà di Dio, l’essenziale dall’accessorio, avendo come stella polare la ricerca appassionata e primaria del Regno e della sua giustizia poiché tutto il resto ci sarà dato in abbondanza (cfr. Mt 5)”.

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