Papa Francesco: nuovo statuto dello Ior, per “definire in modo chiaro e netto” responsabilità e competenze

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

“Definire in modo chiaro e netto le aree di rispettiva competenza e responsabilità degli organi dell’Istituto maggiormente coinvolti nella sua gestione (strategica e operativa) pur nello spirito di stretta e leale collaborazione che deve contraddistinguere i due organi”. È l’obiettivo del nuovo statuto dello Ior, emanato dal Papa tramite un apposito chirografo, diffuso oggi. L’8 agosto 2019, ricorda il il Santo Padre, “allo scopo di continuare ad adeguare sempre meglio le strutture e l’attività dell’Istituto alle mutate esigenze dei tempi, facendo ricorso, in particolare, alla collaborazione e alla responsabilità di laici cattolici competenti, avevo approvato alcune modifiche, ad experimentum per due anni, allo Statuto dell’Istituto per le Opere di Religione, con il quale San Giovanni Paolo II, con Chirografo del 1° marzo 1990, aveva dato una nuova configurazione a detto Istituto conservandone il nome e le finalità”. “Al termine di questo periodo – spiega Francesco – desidero ulteriormente rinnovare lo Statuto dell’Istituto per le Opere di Religione per renderlo coerente con le più moderne esigenze organizzative nonché con le esigenze operative che quotidianamente si pongono nell’attività dell’Istituto”. Il direttore generale – si legge nel chirografo – è nominato dal Consiglio di Sovrintendenza, con propria determinazione, sulla base di una rosa di almeno tre candidati idonei. La nomina del direttore generale è approvata dalla Commissione Cardinalizia. “Il direttore generale, che può essere assunto a tempo indeterminato o determinato, è responsabile della direzione e del controllo, di tutte le attività concernenti l’amministrazione, la gestione e l’organizzazione dell’Istituto, nonché dell’assunzione e della gestione del personale”, stabilisce il Pontefice: “Il direttore generale può attribuire a uno dei dirigenti la funzione di vicedirettore affinché lo sostituisca nelle sue mansioni di amministrazione e gestione ordinarie dell’Istituto in caso di assenza, impedimento o su delega”.

Stando al nuovo statuto, inoltre, “la revisione legale dei conti è esercitata da un revisore esterno, nominato dalla Commissione Cardinalizia su proposta del Consiglio di Sovrintendenza, per un periodo di tre esercizi consecutivi, rinnovabile una sola volta”. “Scopo dell’Istituto è di provvedere alla custodia e all’amministrazione dei beni mobili ed immobili ad esso trasferiti o affidati da persone fisiche o giuridiche e destinati ad opere di religione o di carità”, si sottolinea nel testo a proposito dello Ior, che annovera nel suo organigramma la Commissione Cardinalizia – composta di cinque cardinali nominati “ad quinquiennium” dal Papa e confermabili una volta – il prelato, il Consiglio di Sovrintendenza e il direttore generale. Tra i compiti del prelato, che è nominato dalla Commissione Cardinalizia e resta in carica per cinque anni, con la possibilità di essere confermato una volta, rientra anche “la funzione di assistere in loco amministratori e dipendenti a governare e operare secondo i principi fondanti dell’etica cattolica ed in coerenza con la missione dell’Istituto”. Il Consiglio di Sovrintendenza, invece, “composto di sette membri di riconosciuta esperienza economico-finanziaria e di provata affidabilità, è responsabile della definizione e approvazione delle linee strategiche e delle politiche dell’Istituto nonché della supervisione sul rispetto delle stesse”.

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