Quaresima: card. Cantalamessa, “siamo eccitati dalla prospettiva di un’intelligenza artificiale, e così poco ansiosi di amare”

“La teologia può contribuire a presentare in modo significativo il messaggio evangelico all’uomo di oggi e dare linfa nuova alla nostra fede e alla nostre preghiera”. Lo ha detto il card. Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, durante la terza predica di Quaresima, che si è svolta nell’Aula Paolo VI alla presenza del Papa. “La notizia più bella che la Chiesa ha il compito di far risuonare nel mondo è: Dio ti ama”, ha affermato il cardinale: “È una certezza che deve scardinare e sostituire quella che ci portiamo dentro da sempre: Dio ti giudica. La frase del Vangelo di Giovanni, ‘Dio è amore’, deve accompagnare come una nota di fondo ogni annuncio cristiano, anche quando deve ricordare le esigenze concrete e pratiche di questo mondo”. “Quando incontriamo lo Spirito Santo – ha fatto notare Cantalamessa – pensiamo in primo luogo ad una luce che illumina le situazioni, suggerisce le soluzioni giuste. Pensiamo meno allo Spirito Santo come amore, e invece è questa la prima ed essenziale dimensione dello Spirito di cui Chiesa ha bisogno. Solo la carità edifica, la conoscenza spesso non fa che dividere”. “Perché siamo ansiosi di conoscere, eccitati alla prospettiva di un’intelligenza artificiale, e così poco di amare?”, si è chiesto il religioso: “Perché la conoscenza si traduce in potere, e l’amore in servizio”. “Non c’è nessun contenuto di fede, per quanto elevato, che non possa essere reso comprensibile ad ogni intelligenza aperta alla verità”, la tesi di Cantalamessa: “I padri della Chiesa ci insegnano che si può essere profondi senza essere oscuri”.

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