Lavoro: card. Zuppi, “non abituarci mai alle disuguaglianze”

Dietro all’incapacità di fronteggiare adeguatamente il fenomeno delle migrazioni “c’è la paura, c’è la logica dell’emergenza. Stiamo sempre tentati dall’emergenza, che ci rende grandi, ci dà tanta adrenalina”. Lo ha detto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, intervenendo in videocollegamento al Congresso della Cgil, in corso a Rimini. “La politica tante volte ragiona sull’immediato”, la denuncia del cardinale: “Ma se tutto è nell’immediato, alla fine l’immediato ti travolge e non c’è politica. La politica è costruire percorsi, costruire un sistema. Credo che la politica, e quindi anche il sindacato, abbia molto da chiedere e da insegnare”. “La solidarietà non è soltanto l’emergenza, ma un sistema che sconfigge le cause della povertà, le cause della disuguaglianza”, la tesi di Zuppi, secondo il quale “anche la Chiesa deve spingere perché ci sia una politica che metta al centro le persone: c’è il precariato, c’è la cultura dell’esubero, tutto è collegato. Dobbiamo essere tutti un po’ meno corporativi”. “La solidarietà è anche internazionale”, ha ricordato il presidente della Cei: “Sogno che ci sia un grande impegno anche per la solidarietà internazionale, che crea un collegamento reale, profondo, ad esempio tra Europa, Italia e Africa, per affrontare un fenomeno dalle proporzioni grandi e che durerà nel tempo”. Cosa chiede la Cei al congresso? “Aiutare tutti a guardare insieme al futuro”, la risposta: “Ci vuole una grande capacità di alleanza, non aggiustamenti, il futuro richiede una grande determinazione. Ricordarci delle disuguaglianze, non abituarci mai alle disuguaglianze. C’è una comunità di destino: se c’è una sperequazione così enorme, questo crea disaffezione, crea tensione. Il sindacato ha tanta storia, insieme possiamo fare che la solidarietà diventi pratica comune e progetto, costruzione, sistema”.

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