Covid-19: Fnopi, 90 gli infermieri morti. Mangiacavalli, “celebrati da eroi, oggi nell’ombra. Prioritario investire su capitale umano”

Si celebra domani la terza Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid: oltre 187mila in Italia, di cui 90 infermieri che “hanno dato la vita sul luogo di lavoro”. Li ricorda la Fnopi (Federazione nazionale Ordini delle professioni infermieristiche) esprimendo solidarietà anche “ai numerosi contagiati: oltre 390mila da inizio pandemia, tra infezioni e reinfezioni”. La Fnopi invita a non dimenticare: “Durante il Covid, infermieri e operatori sanitari sono stati celebrati da tutti”, mentre “oggi troppo spesso tornano a essere in un cono d’ombra. Bisogna disinnescare questo rischio, a partire da nuovi investimenti e dalla revisione dei modelli organizzativi”, avverte la presidente della Federazione, Barbara Mangiacavalli. “Ora – è l’appello – la priorità è investire sul capitale umano”.
Complessivamente – ricorda la Fnopi in una nota – gli operatori sanitari che hanno contratto il virus sono saliti quasi a 480mila, di cui l’82% infermieri, secondo l’Inail-Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro. Spicca anche una situazione grave di burnout che il Covid ha provocato tra chi ha contratto il virus. Secondo una ricerca dell’Università di Bari, ansia e incapacità di fronteggiare lo stress sono aumentate notevolmente. Per supportare gli infermieri deceduti e le loro famiglie, i colleghi contagiati e con problematiche come il burnout, la Fnopi ha istituito da aprile 2020 un fondo di solidarietà: #NoiConGliInfermieri ha superato quota 6 milioni di euro, di cui oltre 5 milioni già assegnati a migliaia di beneficiari.
“Questa Giornata ci ricorda come l’emergenza Covid sia una lezione complessiva e permanente su cui costruire le politiche sanitarie dei prossimi anni”, afferma Mangiacavalli. “La sanità deve essere riformata, a partire dal personale. Un principio che si è mostrato in tutta la sua evidenza nei giorni più drammatici della pandemia. Purtroppo ora il rischio è ci si ritrovi al punto di partenza, senza considerare adeguatamente il capitale umano. Si tratta di una questione sollevata in questi giorni dal ministro della Salute Schillaci e che si pone come lo snodo del futuro”. Per la presidente Fnopi, “l’idea deve essere quella di definire una nuova assistenza territoriale e di prossimità, decongestionando gli ospedali”.

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