Ucraina: S.B. Shevchuk su invio armi, “capacità del Paese di difendersi non è ancora proporzionata a quantità e capacità dei russi di aggredirci”

“Sempre si parla dell’uso proporzionale delle armi ma per il momento vediamo che il numero di bombardamenti e l’uso di armi da parte dell’esercito russo sono molto più elevati rispetto alla intensità del fuoco con il quale l’esercito ucraino sta rispondendo. La capacità dell’Ucraina di difendersi non è ancora proporzionata alla quantità e alla capacità dei russi di aggredirci”. Così S.B. Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, parla dell’invio di armi all’Ucraina in un incontro via zoom che si è svolto questa mattina con alcuni giornalisti italiani, organizzato dal segretariato di Roma per fare il punto del “servizio della Chiesa ucraina ad un anno” dall’inizio dell’invasione russa su vasta scala in Ucraina. “All’inizio di questa guerra – ricorda Shevchuk – non eravamo in grado di rispondere adeguatamente a questo numero di carri armati e missili con i quali siamo stati aggrediti. Veramente è stato un miracolo se siamo sopravvissuti”. Da allora “quasi ogni giorno siamo sottoposti ad attacchi missilistici e non sempre l’Ucraina ha i mezzi adeguati per proteggerci”. Per questo, incalza Sua Beatitudine, “il Consiglio panucraino delle Chiese considera “moralmente accettabile l’invio delle armi in Ucraina per aumentare la capacità della auto-difesa. Queste armi sono per la difesa non per l’avanzata”. “Il tema delle armi oggi è centrale”, ha poi commentato l’arcivescovo maggiore. “Ma proprio l’uso delle armi dimostra l’impotenza della società moderna di prevenire e fermare una guerra”. Shevchuk ricorda quando alla fine del 2021, già si prevedevano “questi fantasmi di guerra che si avvicinavano”. “Ho cercato di sensibilizzare tante istituzioni di questo pericolo ma purtroppo né i meccanismi del diritto internazionale né gli strumenti diplomatici né lo stesso dialogo negoziale non sono stati capaci di prevenire questa tragedia. Tutto il mondo oggi si sente impotente di fronte a questa cieca, assurda e sacrilega guerra”.

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