Striscia di Gaza: Nrc, 120mila palestinesi dormono in case prive di finestre, tetti e porte

(Foto ANSA/SIR)

Sono oltre 120.000 i palestinesi che a Gaza vivono in 21.500 case prive di finestre, tetti o porte adeguate: a denunciarlo è il Norwegian Refugee Council, il Consiglio norvegese per i rifugiati (Nrc), che ha diffuso una ricerca che mostra che quasi 2.000 case sono ancora distrutte a seguito di molteplici escalation nell’ultimo decennio. Molte famiglie devono stare con i parenti, con conseguenti condizioni di sovraffollamento e un aumento del rischio di malattie legate all’inverno. Israele, si legge in un comunicato del Nrc, con il sostegno dell’Egitto, ha imposto da 15 anni un blocco a Gaza che ha portato a una crisi economica prolungata e a una diffusa disoccupazione. I materiali da costruzione sono disponibili a Gaza, ma la maggior parte dei residenti non può permettersi di effettuare le riparazioni o i miglioramenti necessari alle proprie case. Da qui la richiesta del Nrc a Israele di revocare il blocco e l’invito ai donatori a fornire aiuti ai palestinesi. Secondo Caroline Ort, Country Director per la Palestina dell’Nrc, “i donatori internazionali e gli Stati influenti devono lavorare per alleviare una crisi umanitaria radicata per le restrizioni israeliane e per l’inflazione innescata dal conflitto in Ucraina”. Alcuni residenti, riferisce Nrc, si affidano alla combustione di vecchi vestiti per stare al caldo mentre la temperatura scende. Le misure disperate aumentano i rischi per la salute e la sicurezza, compreso il rischio di incendio. I tetti tendono a crollare in quanto non sono costruiti per assorbire pesanti cascate. Le forti inondazioni di dicembre, aggiunge Nrc, hanno aggravato le sofferenze in tutta Gaza. Israele ha aperto dighe vicino alla recinzione perimetrale di Gaza, che hanno rilasciato grandi quantità di acqua e allagato case, strade e fattorie a Khan Younis. Sono 100 le famiglie che necessitano di sostegno urgente. La carenza di elettricità rimane una delle principali preoccupazioni per oltre due milioni di persone a Gaza, con interruzioni di elettricità che si estendono fino a 12 ore al giorno. Il prezzo ufficiale del gasolio da riscaldamento è aumentato di 0,21 dollari al litro negli ultimi 12 mesi, raggiungendo 1,77 dollari al litro nel gennaio 2023 e rendendo la fonte vitale di energia fuori dalla portata della maggior parte delle persone. Da parte sua Nrc continua a sostenere la popolazione, in particolare circa 100 famiglie ancora sfollate a Gaza dopo le ultime due escalation militari nel 2021 e nel 2022.

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