Scarp de’ tenis: città, povertà ed emarginazione, un’inchiesta internazionale della rivista di strada promossa da Caritas

Il nuovo numero (dicembre) di Scarp de’ tenis – rivista di strada promossa da Caritas in vendita on line e da sabato davanti alle parrocchie – riporta un’inchiesta dedicata ai grandi contrasti che vivono oggi le città di tutto il mondo “a causa delle contraddizioni di un sistema economico che, nel nostro tempo, esclude, emargina e allontana sempre di più”. Il direttore Stefano Lampertico scrive: “il filo conduttore è il racconto di come città diverse nel mondo si confrontano con i temi della povertà, dell’emarginazione. Dall’America arriva l’eco di una situazione, quella dell’homelessness, e perdonate l’inglesismo, che sta diventando insostenibile. Da Mosca faticano a filtrare notizie, ma il fenomeno è in crescita anche lì. Napoli si misura con un turismo che ha fame di spazi proprio nel centro storicamente abitato dalle fasce più povere della popolazione. Sarà dunque un anno sottosopra? Credo di sì, come racconta straordinariamente bene l’immagine di copertina firmata da Gabriele Stabile, fotografo italiano che lavora per New York Times e New Yorker”.
Tante le altre storie raccontate dalla redazione di Scarp: “da quella del centro Ace, struttura nata vent’anni fa nella periferia di Reggio Calabria dalla volontà di Lino Caserta a quella di Silke Pan, artista circense svizzera che, dopo essere stata costretta in sedia a rotelle da una rovinosa caduta, è tornata a esibirsi come acrobata”. E ancora: “il racconto, firmato da Alessandra Retico, di come sia cambiato il ruolo e la funzione delle scarpe da tennis, ai nostri tempi oggetto di culto arrivato a costare anche decine di migliaia di euro”. Poi: la storia, firmata da Marco Pastonesi, del Saronno Rugby, società che raccoglie un centinaio di praticanti ma costretta ad allenarsi nel parco cittadino per la mancanza di impianti adeguati e quella delle Cucine popolari di Bologna, realtà che garantisce oltre 600 pasti al giorno, voluta da Roberto Morgantini ed Elvira Segreto che hanno utilizzato i soldi raccolti in occasione del loro matrimonio per aprire la prima sede.

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