Giorno della Memoria: Assisi, consegnate 5 medaglie d’onore alle famiglie di persone deportate nei lager

Sono state consegnate stamani, nel palazzo vescovile-Santuario della Spogliazione di Assisi, in occasione del Giorno della Memoria, le medaglie d’onore “ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra”. A ricevere il riconoscimento i familiari di Antonio Borgognoni, nato a Lisciano Niccone; Feliciano Canafoglia, nato a Foligno; Gino Minelli e Cesare Radicchi, nati a Gubbio, e Armido Sirci, nato ad Assisi.
La mattinata si è aperta con i saluti di Marina Rosati, ideatrice e curatrice del “Museo della Memoria, Assisi 1943-44”, alla presenza del sottosegretario all’Interno, Emanuele Prisco. Il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, ha invitato a vivere il Santuario della Spogliazione “come se fosse la vostra casa, la casa universale”. “Benvenuti ai premiati, benvenuti a tutti: andiamo avanti tutti con il coraggio e l’ispirazione di questo luogo bello e importante che ha fatto la nostra storia. È bello che stamattina qui ci siano tanti Comuni e tante istituzioni rappresentati: è il simbolo dell’Umbria accogliente alla quale il mondo guarda”, ha detto. Il discorso del prefetto Armando Gradone, che ha coinvolto anche alcuni alunni della scuola primaria Sant’Antonio di Assisi presenti alla mattinata, è stato incentrato sulla parola dignità. Il prefetto ha invitato a essere delle “sentinelle contro comportamenti, come antisemitismo, razzismo, violenza sulle donne, la tratta degli esseri umani, che ledono la dignità umana, caposaldo fondamentale della nostra civiltà”. “La tragedia della Shoah – ha detto Gradone – ha creato delle riserve morali che mettono al centro la dignità dell’uomo, un concetto che ritroviamo in moltissime costituzioni e ordinamenti dei Paesi democratici. Il nostro Paese deve ricordare i nostri eroi, persone che non hanno voluto piegarsi all’ordine di schierarsi: hanno avuto coraggio e non era così scontato, perché si rischiava la vita. E oggi ricordiamo questi nostri eroi attraverso i loro familiari”.

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