Suicidio: Osp. Bambino Gesù, 172 tentativi in ultimi 2 anni. Un percorso clinico di prevenzione e la linea telefonica “Lucy” attiva h24. Vicari, “attenzione a segnali malessere”

Nell’ultimo decennio, il numero delle consulenze neuropsichiatriche al pronto soccorso del Dipartimento di Emergenza, accettazione e pediatria generale dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma è aumentato di 11 volte, passando da 155 casi a 1.824. In particolare sono aumentate di quasi 40 volte (da 12 a 449 casi) le consulenze effettuate in urgenza per ideazione suicidaria, tentativo di suicidio e comportamenti autolesivi nei giovani di età compresa tra i 9 e i 17 anni. Negli ultimi 2 anni i casi di ideazione suicidaria sono stati 477 (+88% rispetto al 2018-19), i tentativi di suicidio 172 (+50%) e i comportamenti autolesivi 103 (+8%). Oltre l’80% dei tentativi di suicido è messo in atto da bambine e ragazze; l’età media di chi tenta di togliersi la vita è di circa 15 anni, il più giovane ha 9 anni.
Per rispondere alle richieste di aiuto dei più giovani e delle loro famiglie, la struttura di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’adolescenza del Bambino Gesù ha predisposto un percorso clinico di alta assistenza per l’autolesionismo e la prevenzione del suicidio in età evolutiva. Il servizio, attivato in collaborazione con varie Asl della Regione Lazio, favorisce il graduale passaggio dei pazienti critici dall’Ospedale ai Centri di assistenza neuropsichiatrica dell’infanzia e dell’adolescenza del territorio per garantire continuità terapeutica. Il Servizio del Bambino Gesù è integrato da una linea telefonica “Lucy” 06.6859.2265 per le consulenze psicologiche urgenti, attiva tutti i giorni 24 ore su 24.
“L’emergenza che investe i nostri ragazzi – spiega Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza del Bambino Gesù – si combatte destinando maggiori risorse agli strumenti di prevenzione e di promozione della salute mentale. A cominciare dalla scuola, intesa come luogo che coltiva relazioni positive, alle strutture sul territorio perché siano in grado di intercettare il disagio e siano di supporto alle famiglie. Il suggerimento per i genitori è di offrire tempo ai propri figli, di porre attenzione ai segnali di malessere e, se ci sono cambiamenti nel comportamento, chiedere aiuto senza timore. Le malattie mentali, se affrontate nei tempi giusti, hanno un’alta probabilità di guarigione”.

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