Kazakistan: mons. Dell’Oro (Karaganda), “non è il numero che conta davanti a Dio”. “Mi addolora” la mancata partecipazione del Patriarca Kirill

(Foto Sir)

“Non è il numero che conta davanti a Dio. Andremo lì con un cuore spalancato e pieno di attesa per quello che il Papa durante l’omelia della messa ci dirà. Andremo con un cuore aperto a capire, ad ascoltare, ad accogliere il messaggio e i suggerimenti che ci vorrà dare”. Con questo “spirito” la piccola comunità cattolica del Kazakistan attende in queste ore di vigilia l’arrivo del Papa a Nur Sultan. A raccontarlo è mons. Adelio Dell’Oro, vescovo di Karaganda, che questa mattina è intervenuto ad un incontro online per giornalisti organizzato dalla Pontificia Università della Santa Croce. Il Papa arriverà in Kazakistan martedì 13 settembre per partecipare al VII Congresso dei leader mondiali delle religioni tradizionali. Mercoledì pomeriggio celebrerà una messa a Nur Sultan nel piazzale dell’Expo. Secondo i dati di due giorni fa – racconta il vescovo Dell’Oro – alla messa sono attesi 750 pellegrini dalla diocesi di Karaganda, 500 da Almaty, 150 dalla L’amministrazione apostolica di Atyrau e 1.450 da Astana che per territorio è la più grande del Kazakistan. Arriveranno anche fedeli da San Pietroburgo, Mosca e Novosibirsk, pellegrini dal Kirghizistan come segno di una neonata Conferenza episcopale dell’Asia centrale che comprende anche Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan, Afghanistan, Pakistan e Mongolia. Sono comunque numeri piccoli. D’altronde, fa notare il vescovo, su una popolazione di 18 milioni di abitanti, in Kazakistan i cattolici sono solo l’1% della popolazione. “Dal Papa – aggiunge – mi aspetto che risvegli in noi quel senso di apertura e missionario perché l’annuncio e la possibilità di un incontro con Gesù possa arrivare a tutti. Che Gesù vibri e sia presente nella nostra vita perché è solo attraverso la vita prima ancora che le parole, attraverso il sorriso e l’accoglienza che possiamo raggiungere il cuore tutti”. E se la globalizzazione ha smorzato – rispetto alla visita di 20 anni di Giovanni Paolo II – la curiosità e “le domande di significato ultime della vita soprattutto tra i giovani”, “c’è comunque un’attesa”.

“A livello delle autorità dell’islam c’è un’apertura totale”, fa sapere il vescovo, “mentre a livello dell’ortodossia, probabilmente c’è qualche problema in più in quanto come tutti sappiamo dopo che in autunno scorso il patriarca Kirill aveva accettato l’invito a venire al Congresso delle religioni, due settimane fa ha rinunciato e questo probabilmente crea un certo imbarazzo”. Riguardo quindi all’assenza di Kirill al Forum di Nur Sultan, il vescovo dice: “A me personalmente addolora perché ritengo che la presenza fisica di Papa Francesco a questo congresso sia molto importante per aprire processi di pace e di concordia nel mondo intero, soprattutto laddove ci sono conflitti, in particolare i Ucraina e penso che dopo l’incontro di Cuba qualche anno fa e dopo l’incontro online di marzo tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill, questo incontro fra loro a margine del Congresso sarebbe stato un contributo notevole a questo processo di pace e chiarire quale potrebbe essere il contributo che le varie religioni possono dare alla convivenza umana e sociale nel mondo. Sono quindi dispiaciuto”. Il Kazakistan – fa conservare il vescovo Dell’Oro – è un Paese che si trova in una posizione geo-politica straordinaria, tra Europa e Asia ed è pertanto chiamato ad essere “un punto di unità per tutti i popoli a partire dalle loro tradizioni religiose”. Il Congresso di Nur sultan nasce proprio con questa finalità, “guardare alle religioni non come un problema nella vita degli stati e delle nazioni ma come parte della soluzione di problemi, conflitti e disaccordi”.

Da questo punto di vista – prosegue Dell’Oro – “è interessante” che la visita del presidente cinese Xí Jìnpíng “coincida con i giorni del congresso” dove “si radunano i rappresentanti delle varie religioni per i rapporti. C’è anche il Papa” e potrebbe pertanto essere un’occasione per “consolidare, chiarire e migliorare” le relazioni. Riguardo alla situazione della guerra in Ucraina, il vescovo osserva: “Tutte le domeniche all’Angelus il Papa non fa che ricordare questo dramma che sta accadendo, chiede di pregare, dice che la guerra è una pazzia. Questo Forum di Nur Sultan mi sembra un luogo in cui il Papa potrà certamente amplificare ancora di più questo invito alla pace e alla concordia e soprattutto sottolineare che la radice della pace sta nel risveglio del senso religioso, che l’uomo è grande quando è umile e quando sa che dipende da Dio ed essendo Dio uno solo, noi siamo suoi figli e quindi fratelli e sorelle tra di noi. Penso che da parte dei rappresentanti delle religioni, ci sia l’attesa di un messaggio di questo tipo”.

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