Paesi nordici: conclusa la plenaria della Conferenza episcopale. Sinodo e minacce alla libertà religiosa in Svezia al centro dei lavori

(Foto: Conferenza episcopale dei Paesi nordici)

Sebbene si citino con chiarezza i “temi caldi”, i cattolici del Nord non hanno il desiderio di “riforme importanti e globali nella Chiesa, ma di una comprensione più profonda della fede che sappia resistere alla prova della vita quotidiana, in un mondo secolarizzato”. Questo dice il presidente della Conferenza episcopale dei Paesi nordici, mons. Czeslaw Kozon (Copenaghen), in relazione al contributo inviato a Roma per il processo sinodale mondiale. I vescovi di Norvegia, Finlandia, Svezia, Danimarca e Islanda ne hanno parlato nella riunione d’autunno della Conferenza episcopale, che si è appena conclusa a Hildesheim (5-9 settembre) e che è stata anche occasione per un confronto “costruttivo e fraterno” con alcuni vescovi tedeschi proprio sul tema della sinodalità, dice il comunicato stampa diffuso oggi. La strada pastorale del nord Europa dovrà quindi lavorare per “una più profonda esperienza di comunità e di una catechesi approfondita”. I vescovi nordici si sono confrontati sulla “crescente minaccia alla religione e alla libertà religiosa nei loro Paesi, nonché per il mancato rispetto delle convenzioni internazionali sui diritti umani”. C’è infatti “preoccupazione” in particolare in Svezia, per due proposte di legge che vogliono vietare la costruzione di nuove scuole confessionali e strutture ricreative, e vincolare i contributi statali al rispetto delle comunità religiose di norme sociali che però contraddicono la fede cristiana. Una dichiarazione congiunta è stata pubblicata al riguardo dai vescovi che ricordano: “La libertà di religione significa il diritto di tutti gli individui a praticare liberamente la propria religione”.

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