Terremoto Afghanistan: Save the Children, timore per 118.000 bambini. Difficili i soccorsi e l’assistenza sanitaria.

L’Organizzazione si mobilita per valutare i bisogni più urgenti di bambini e famiglie nelle aree colpite e predispone forniture di beni essenziali e sostegno economico, mentre chiede alla comunità internazionale di fornire urgentemente ulteriori aiuti umanitari. Il terremoto è un ulteriore duro colpo ad un paese già in ginocchio, dove più di 18 milioni di bambini e adulti – quasi il 50% della popolazione – soffrono la fame”. In queste ore Save the Children sta raggiungendo le aree più colpite per valutare i danni e le necessità più urgenti dei bambini e delle loro famiglie. Il terremoto di magnitudo 5,9 ha colpito a 10 km di profondità il sud-est dell’Afghanistan nelle prime ore di mercoledì, mentre la maggior parte delle persone dormiva. Si stima che più di 1.000 bambini e adulti abbiano perso la vita e circa 1.500 persone siano rimaste ferite. Numeri destinati ad aumentare man mano che le squadre di emergenza raggiungeranno le aree più remote. “Save the Children è molto preoccupata per gli oltre 118.000 bambini che potrebbero essere stati colpiti dal terremoto. Abbiamo notizie di persone che si sono rifugiate all’aperto sotto teli di plastica, e molti bambini sono ora probabilmente privi di acqua potabile, cibo e un posto sicuro dove dormire. I bambini sono tra le persone più vulnerabili nelle aree colpite dai disastri naturali come in questo caso, perché sono più esposti al rischio di soffrire la fame, possono contrarre più facilmente malattie infettive e, se gravemente feriti, possono rischiare la vita se non vengono soccorsi. Nei casi in cui rimangono orfani o si ritrovano separati dai propri genitori o familiari, sono anche esposti al rischio di sfruttamento e abuso”, ha dichiarato Chris Nyamandi, Direttore per l’Afghanistan di Save the Children. L’organizzazione sostiene le comunità e protegge i diritti dei bambini in Afghanistan dal 1976, anche durante periodi di conflitto, cambiamenti di regime e disastri naturali. Abbiamo interventi attivi in 9 province e lavoriamo con partner in altre sei.

 

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