Lavoro manuale: Bianchi (min. Istruzione), “i percorsi della scuola dell’obbligo devono spingere alla conoscenza del mondo”

“Il nostro obiettivo non è formare una figura professionale ma delle persone che nell’ambito della loro vita svolgono una professionalità che è una funzione di fondo della nostra Repubblica”. Lo ha detto Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione, oggi al convegno a Roma dedicato al lavoro manuale. “Sta emergendo – sostiene – nei fatti una nuova scuola. Il buon modello è la scuola primaria”. Cruciale, per il ministro, è il tema dell’orientamento che “è l’accompagnamento che si fa partendo dalla scuola elementare e media. Nelle figure fondamentali per l’accompagnamento c’è l’adulto di riferimento. Anche da parte dei vecchi insegnanti verso i nuovi”. “Dobbiamo parlare di integrazione di percorsi di orientamento. La scuola e i percorsi della scuola dell’obbligo devono spingere alla conoscenza del mondo. Non sono surrogati del mondo del lavoro. La scuola deve essere aperta e inclusiva per sperimentare delle condizioni che magari non si troveranno mai più”. Sui percorsi post diploma, aggiunge: “Non è una scorciatoia rispetto all’università ma è un modo di fare scuola diverso. La ricerca della complementarietà diventerà fondamentale in futuro perché la nuova industria ne ha bisogno e ne ha bisogno anche il Paese. Significa essere dentro la realtà. Gli studenti sono costretti a essere presenti nelle realtà produttive”. Riguardo alle scuole professionali, Bianchi osserva come il rapporto con le regioni sia molto diseguale in Italia ma deve cambiare “per fare in modo che tutti i ragazzi possano finire un percorso con una qualifica”. Il ministro accenna infine anche alla riforma del reclutamento nelle scuole: “Vedrete quanto impegno collettivo c’è dentro. Nel testo, queste cose ci sono, ci sono anche le valutazioni e i premi”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori