Diocesi: mons. Castellucci (Modena e Carpi), “considerare l’altro, il minore o la persona vulnerabile, come dono e mistero da rispettare e non come preda”

(Foto: arcidiocesi di Modena-Nonantola )

“Grazie per il sostegno al progetto ‘Dalla parte degli ultimi’ che fin da subito la Fondazione di Modena e poi tutte le altre Fondazioni della provincia hanno accolto con interesse e convinzione. Stiamo affrontando un problema culturale che richiede un cambio di mentalità: considerare l’altro, il minore o la persona vulnerabile, come dono e mistero da rispettare e non come preda”. Lo ha dichiarato questa mattina mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, durante la presentazione del bilancio del primo anno del progetto “Dalla parte degli ultimi – Prevenzione e contrasto delle violenze sui minori nei contesti educativi”, promosso da arcidiocesi di Modena-Nonantola e diocesi di Carpi con Fondazione di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola e Fondazione di Vignola per affrontare con concretezza il delicato tema della prevenzione degli abusi sui minori.
Il progetto – è stato spiegato – si è avvalso di una rete già esistente di collaborazioni con il territorio, ampliata e implementata attraverso un dialogo continuo con le associazioni di volontariato, gli enti pubblici e privati, oltre alle scuole di ogni ordine e grado. Nel suo primo anno di realizzazione, “Dalla parte degli ultimi” ha permesso di implementare e fare crescere un’equipe multidisciplinare di specialisti (tre psicologi-psicoterapeuti, due pedagogiste, una psichiatra, un canonista, un giurista, un esperto della comunicazione e un moralista) per attivare percorsi di formazione e costituire un centro d’ascolto specializzato sul tema degli abusi sui minori. Inoltre sono stati attivati percorsi di formazione e prevenzione, sia ad intra per l’equipe stessa con formatori esperti a livello nazionale sul trauma e sugli abusi, sia ad extra, al fine di sensibilizzare, informare e formare rispetto alle tematiche degli abusi e a conoscere e riconoscere gli indicatori di rischio e le dinamiche relazionali benevole per una gestione consapevole e costruttiva delle stesse. E poi si è provveduto ad intensificare le attività di prevenzione e di consulenza per le realtà individuali e familiari al fine di sostenere e ridurre sul piano clinico e relazionale il disagio e monitorare e gestire i bisogni personali e relazionali. “Abbiamo portato avanti un piano capillare di incontri formativi a vari livelli educatori, insegnanti, operatori sociali che hanno coinvolto un migliaio di persone su tutto il territorio provinciale”, ha spiegato don Maurizio Trevisan, responsabile del Servizio interdiocesano di Prevenzione ascolto e tutela dei minori e direttore del Centro di consulenza per la famiglia di Modena. Intenso l’impegno nel primo anno “con presa in carico di circa 800 utenti per un totale di 4.500 colloqui”. “Obiettivo del prossimo anno – ha concluso don Trevisan – è estendere la rete delle collaborazioni con enti e istituzioni del territorio come l’Università, la Procura, l’Azienda Usl e continuare l’azione formativa e informativa”.

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