Giornata ringraziamento: messaggio Cei, “Chiesa continua a denunciare forme di corruzione mafiosa”, no a “silenzi omertosi e indifferenza”. “Strappare lavoratori a precarietà”

“La Chiesa continua a denunciare le forme di corruzione mafiosa e di sfruttamento dei poveri e vuole mantenere le mani libere da legami con i poteri di agromafie invasive e distruttive”. Lo assicurano i vescovi italiani, nel Messaggio della Cei per la Giornata del ringraziamento, che si celebra il 6 novembre sul tema: “‘Coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto’ (Am 0,14). Custodia del creato, legalità, agromafie”. Purtroppo, le terre inquinate sono frutto anche di silenzi omertosi e di indifferenza”, la denuncia contenuta nel messaggio, in cui si invoca “un impegno forte da parte delle autorità pubbliche: è necessaria un’azione continuativa di prevenzione delle infiltrazioni criminali e di contrasto ad esse”. “Quanto farebbe bene all’economia il sostegno di soggetti che operano nella legalità”, il consiglio dei vescovi: “Essi testimoniano un’economia che valorizza le persone e custodisce l’ambiente. È il segno che la dottrina sociale della Chiesa si incarna nel concreto e promuove relazioni di fraternità tra le persone e di cura verso il creato”. “Ben venga ogni strumento normativo disponibile per strappare i lavoratori alla precarietà!”, l’auspicio del messaggio: “Sosteniamo la responsabilità degli operatori del mondo agricolo e delle loro associazioni: sono reti di sostegno reciproco per far fronte alla pressione delle agromafie, specie in un tempo in cui le difficoltà legate alla pandemia le rendono più forti”. La Chiesa, infine, “incoraggia e sostiene tutte le aziende agricole esemplari nella legalità. Una testimonianza così preziosa vale tantissimo: arricchisce il tessuto relazionale di un territorio e forma coscienze libere. Non ha prezzo un’economia che si alimenta di giustizia e trasparenza. Alle imprese che promuovono lavoro e ambiente va il nostro grazie perché mostrano che è possibile un modello di agricoltura sostenibile. Vediamo anche quante belle esperienze di cooperazione sono garanzia di inclusione sociale!”. Per la Cei, infine, “assume sempre più rilevanza la responsabilità dei consumatori nel premiare con l’acquisto di prodotti di aziende agricole che operano rispettando la qualità sociale e ambientale del lavoro”: “Abbiamo una responsabilità nello stile di vita che adottiamo anche quando compriamo i prodotti agricoli. Possiamo diventare protagonisti di un’economia giusta o rafforzare strutture di peccato. Ne va, oltre che dell’esistenza personale di uomini e donne, anche della vita sociale, economica ed ambientale del Paese”.

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