Immigrazione: Impagliazzo (Comunità di Sant’Egidio), “è un’opportunità per ‘il sistema Italia’, ma necessari meno burocrazia e più lavoro”

“L’immigrazione è un’opportunità. E va colta non solo per i cittadini stranieri che scelgono il nostro Paese come luogo di residenza e lavoro, ma anche per le famiglie e le imprese, in una parola per ‘il sistema Italia’, afflitto da una grave crisi demografica e dalla difficoltà a reperire lavoratori in tanti settori”. Così Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, in una conferenza stampa che si è tenuta stamattina a Roma alla presenza di numerosi lavoratori immigrati e di volontari da anni impegnati al loro fianco. Il bisogno di lavoratori è “strutturale”, soprattutto per il comparto turistico – 380mila secondo il ministro Garavaglia -, l’autotrasporto e la logistica, professioni a basso livello di competenza. Ma all’appello mancano anche numerosi lavoratori per la cura della persona, soprattutto infermieri e badanti, la cui mancanza mette in seria difficoltà il modello italiano di welfare familiare, soprattutto per gli anziani e le persone con disabilità, proprio ora che il governo si sta avviando verso un’ampia domiciliarizzazione delle cure e dell’assistenza. “Il decreto flussi 2022, entrato in vigore lo scorso 17 gennaio – ha detto Impagliazzo -, ha allargato le quote di ingresso regolare rispetto a quelle degli anni precedenti, circa 76mila persone. Purtroppo non ha ancora prodotto risultati apprezzabili per un’eccessiva lentezza. Inoltre, come peraltro più volte segnalato da Sant’Egidio, inspiegabilmente sono state escluse alcune nazionalità (Perù, Colombia, Ecuador), le cui comunità sono ben integrate nel nostro Paese. Una contraddizione, a danno anche della società italiana”. Si calcola che la media degli ingressi di cui il nostro Paese avrebbe bisogno per soddisfare le richieste dei vari settori produttivi sia di circa 200 mila l’anno. Il presidente di Sant’Egidio ha proposto “la reintroduzione del ‘soggetto garante responsabile’, figura prevista nell’ordinamento fino alla legge Bossi-Fini”. Il “soggetto garante responsabile” potrebbe assumere un ruolo determinante (sia che si tratti di persone fisiche sia di un’impresa o un’associazione) nel facilitare la prima fase di ingresso, la sistemazione alloggiativa e il reperimento di un’occupazione lavorativa. “Rilancio ufficialmente questa proposta alle forze politiche più attente al fenomeno dell’immigrazione nel nostro Paese: occorre un intervento del legislatore per rendere strutturale la figura del garante responsabile”, ha affermato.

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