Honduras: vescovi, “corruzione e impunità lasciano ancora ombre, non si può governare con mediocrità e settarismo”

La Conferenza episcopale honduregna, al termine dell’assemblea durante la quale sono stati eletti i vertici dell’episcopato e le varie commissioni, ha diffuso un messaggio al popolo di Dio, nel quale, pur segnalando che nel Paese “si intravede un nuovo orizzonte”, si fanno presenti alcune profonde preoccupazioni della Chiesa sulla situazione sociale e politica, caratterizzata, come spiegano gli stessi vescovi, da problemi “strutturali”. Tali questioni croniche, a partire da quella migratoria, “stanno producendo una perdita di speranza nella popolazione honduregna e sono la radice delle migrazioni, soprattutto tra i giovani”. Inoltre, a sei mesi dall’installazione del nuovo Governo di sinistra di Xiomara Castro, la corruzione e l’impunità “lasciano ancora ombre” che “potrebbero vanificare le legittime aspettative dell’elettorato che ha votato per un cambiamento necessario”. Il Paese “è di tutti e non di un certo gruppo. Per questo la vendetta politica, la polarizzazione e la ricerca di interessi particolari danneggiano gravemente l’autentica democrazia”, si fa notare nel messaggio.
L’episcopato honduregno suggerisce, per il benessere della nazione, che vengano elette nuove autorità giudiziarie coerenti e, soprattutto, che venga rispettato il diritto degli honduregni di avere una Corte suprema di giustizia e un Ministero pubblico al servizio delle persone e non di interessi privati. “L’elezione della nuova Corte suprema e del procuratore generale dello Stato costituiscono un punto culminante e decisivo per il futuro dell’Honduras”.
La Conferenza episcopale, rivolgendosi implicitamente al Governo, spiega che “non si può governare con mediocrità e settarismo. La democrazia si costruisce con i democratici. Come persone di fede, esortiamo le persone a pregare, affinché sia lo Spirito Santo e non la partigianeria settaria a illuminare i nostri legislatori che devono prendere tali decisioni trascendentali”.
Il messaggio si conclude auspicando che ci sia nelle autorità consapevolezza sul fatto che “l’Honduras rimanga aperto” al mondo intero, allo scambio culturale e alla cooperazione internazionale. “Non è prudente rinchiudersi in una trincea ideologica, privando gli honduregni dei benefici che l’apertura porterebbe a tutti i settori e livelli della vita nazionale. Fare politica è cercare il bene comune, non cercare di favorire una posizione personale o di gruppo”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori