Sant’Antonio: mons. Cipolla (Padova) e fra’ Ramina (rettore basilica), “ci ricorda che non si può essere cristiani da soli”

“Sant’Antonio di Padova è conosciuto in tutto il mondo per i segni prodigiosi che, sin da quando era in vita, si sono verificati grazie alla sua intercessione. Ci sembra che il primo segno che ancora oggi continua ad attuarsi sia proprio la comune manifestazione di affetto che si stringe attorno a lui”. Lo hanno scritto mons. Claudio Cipolla, vescovo di Padova, e fra’ Antonio Ramina, rettore della Basilica del Santo, nel loro messaggio congiunto in occasione della festa di sant’Antonio, che ricorre oggi. “Nonostante il trascorrere dei secoli, continua a zampillare la sorgente di devozione nei confronti di Sant’Antonio e tantissime persone si trovano fianco a fianco pur non conoscendosi, ispirate dai medesimi sentimenti”.
Secondo il vescovo e il rettore, “sant’Antonio ci ricorda che non si può essere cristiani da soli; che i discepoli e le discepole di Gesù fanno famiglia, fanno comunità”. “Altra ragione di stupore è poter constatare l’incessante pellegrinare di moltissime persone che si mettono in viaggio, che spesso percorrono lunghi tragitti a piedi e che lungo il loro cammino pregano, si confidano vicendevolmente, si scambiano sogni e timori”, aggiungono. Poi, la parola sulla quale riflettere diventa “camminare”: “Questo è un tratto quanto mai suggestivo dell’esperienza credente. Nessuno è mai arrivato alla meta una volta per tutte; sempre si può ricominciare, ripartire; sempre si annunciano a noi promesse che meritano di essere ulteriormente accolte, per riprendere il pellegrinaggio”. “Il cammino ci ricorda esattamente questo: che, per quanti errori noi possiamo aver compiuto, sempre ci sarà data la possibilità di risollevarci. Ma ci dice anche che, per quanto noi possiamo arrivare lontani, il Signore saprà spingerci oltre, attirarci a sé con il fascino della sua bontà; ci solleciterà a metterci sulle sue tracce senza stancarci mai”.

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