Consiglio permanente: Cei, accoglienza dei profughi ucraini e riconoscimento veloce protezione temporanea

Disponibilità all’accoglienza dei profughi ucraini e un iter veloce di riconoscimento della protezione temporanea. Sono due delle richieste emerse durante il Consiglio permanente della Cei che si è concluso ieri a Roma e riportate nel comunicato finale diffuso oggi.  La guerra in Ucraina, che “sta provocando morte e distruzione oltre ad alimentare tensioni e inquietudini a livello internazionale”, è stata infatti al centro delle riflessioni e delle preghiere del Cep.
I vescovi hanno formulato la richiesta di manifestare la solidarietà della Chiesa che è in Italia alla Chiesa ucraina con un gesto concreto, la cui realizzazione è stata affidata al discernimento del presidente, e di vivere un momento di preghiera per la pace durante le celebrazioni della Domenica delle Palme. L’invocazione del presidente, il card. Gualtiero Bassetti, perché “questa ‘inutile strage’ del nostro tempo sia fermata” è diventata preghiera corale, condivisione di un impegno comune per l’accoglienza dei profughi e per la costruzione della pace. Mentre erano in corso i lavori del Consiglio permanente, centinaia di cittadini ucraini sono arrivati nel nostro Paese, grazie ai voli umanitari organizzati da Caritas italiana in collaborazione con Solidaire e il supporto di Open Arms, e presi in carico da una ventina di Caritas diocesane. Apprezzando la scelta di un’accoglienza diffusa sul territorio e l’impegno di famiglie, parrocchie e istituti religiosi, comunità greco-cattoliche ucraine, con il coordinamento delle Caritas e il sostegno della Migrantes, in collaborazione con le Prefetture e la Protezione civile, è stato auspicato un iter veloce di riconoscimento della protezione temporanea, per “permettere l’inserimento nel mondo del lavoro e l’autonomia, la partecipazione degli alunni alla vita scolastica – in Italia o attraverso il collegamento con le scuole in Ucraina – la tutela sanitaria, la mobilità nel territorio europeo”. A questo proposito, si è richiamata l’esigenza di un unico modello convenzionale per tutti i rifugiati che continuano ad approdare in Italia, evitando disparità di trattamento e avviando un superamento dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) per una scelta di servizi di accoglienza personalizzati nei Comuni. Una preoccupazione particolare è stata segnalata in ordine ai minori non accompagnati o accompagnati da figure adulte o parentali diverse dai genitori, perché sia attivato da subito il percorso con i servizi sociali e il Tribunale dei minori per un affidamento familiare. Le diocesi italiane, intanto, si stanno attivando per una giornata di raccolta fondi da inviare alla Caritas, entro il 15 maggio.

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