Brasile: alluvione a Petrópolis. Vescovo Paixão al Sir, “molti più morti di quelli ufficiali, tantissimi senzatetto. Sfollati accolti in scuole e parrocchie”

(Foto: dom Gregório Paixão)

“I morti ufficiali sono 104, ma in realtà sono molti di più, e tantissimi coloro che sono rimasti senza casa”. Da Petrópolis arriva la voce del vescovo, dom Gregório Paixão, che al Sir racconta la drammatica situazione che la città sta vivendo in queste ore per la devastante alluvione, la mobilitazione della Chiesa, ma anche la richiesta di interventi strutturali, per impedire che in futuro accadano situazioni di questo tipo. “Io stesso come vescovo ho già assistito a tre situazioni di alluvione”, afferma.

(Foto: dom Gregório Paixão)

“La nostra città – spiega il vescovo – si trova a circa mille metri d’altitudine, è vicina a Rio de Janeiro e conta circa 400mila abitanti. Buona parte della popolazione ha le sue case costruite in un territorio fragile e montagnoso. Tutti gli anni abbiamo piogge molto intense, ma stavolta sono state più forti del solito. In tre ore è piovuto quanto accade in un mese. Ci sono state frane e smottamenti, l’acqua si è mescolata a fango e a sassi e ha travolto tutto”.

Pronto l’intervento della Chiesa, di concerto con le Istituzioni. Lo stesso dom Paixão ha trascorso ieri la giornata tra la popolazione, bisognosa di aiuto, ma anche di una parola di conforto e speranza: “Le famiglie senzatetto sono accolte nelle scuole e nelle parrocchie. La nostra diocesi sta accogliendo un grande numero di persone rimaste senza casa, nelle sale parrocchiali, nelle sale di catechesi e anche nelle stesse chiese. Il numero dei senzatetto potrebbe aumentare, perché molte abitazioni sono vicine a quelle crollate e sono al momento dichiarate pericolanti. Stiamo cercando di garantire anche appoggio religioso e psicologico”.
Il vescovo è confortato dal vedere una grande mobilitazione: “In questo momento abbiamo anche tantissime persone che si stanno dando da fare, per cercare di scavare e recuperare le vittime e dare aiuto a chi ne ha bisogno. In prima linea ci sono i numerosi sacerdoti della nostra diocesi, molti operatori pastorali, le persone che fanno riferimento ad aggregazioni e movimenti. Stiamo distribuendo alimenti alla popolazione e speriamo di riuscire ad allestire dei centri di accoglienza più confortevoli rispetto a una scuola o a una sala parrocchiale”.
Dom Paixão conclude con un appello: “Chiediamo aiuto alla comunità internazionale e contiamo sulle vostre preghiere”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori