Green pass: Faioli (Un. Cattolica), “strumento di ulteriore tutela sul lavoro, si proceda con contrattazione collettiva”

Per l’introduzione del green pass nel mondo del lavoro e la relativa verifica da parte del datore di lavoro “già oggi, in attesa della norma di legge, si può procedere con contrattazione collettiva in attuazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro. Questa autorizza le parti a negoziare sulle misure di tutela”. Ne è convinto Michele Faioli, professore associato di diritto del lavoro all’Università Cattolica e consigliere esperto del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro.
In un’intervista al Sir, il giuslavorista afferma che “se il green pass è uno strumento che tutela più efficacemente la salute dei lavoratori allora va trovato il modo perché sia attuato pienamente. C’è una minoranza che è contraria, per la quale va trovata una soluzione”. Nell’ambito lavorativo, per il momento, il green pass è obbligatorio solo nelle scuole e nelle università. Il Governo ha approvato ieri il decreto legge che estende l’obbligo di certificazione verde soltanto a poche categorie di lavoratori – il personale esterno di scuola e università –, mentre ha introdotto l’obbligo di vaccino per chi lavora nelle Rsa, anche come esterno. Si tratta di un primo passo, in continuità con la linea del rigore fin qui percorsa e in attesa di un’ampia estensione dell’obbligo della certificazione che arriverà nelle prossime settimane. Per un provvedimento che riguarderà chi lavora nei bar e nei ristoranti, nel pubblico impiego e nelle aziende private, è solo questione di tempo.

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