Sinodo: “qualche riserva” dai vescovi della Conferenza episcopale nordica

Da sinistra a destra : mons. Bernt Eidsvig Can.Reg, Oslo, mons. David Tencer Ofm Cap, Reykjavik, mons. Berislav Grgic, Tromsö, mons. Peter Bürcher (em. Reykjavik), card. Anders Arborelius Stoccolma, mons. Czeslaw Kozon, Copenaghen, mons. Erik Varden Ocso, Trondheim, sr. Anna Mirijam Kaschner cps (segretaria generale), p. Marco Pasinato (amministratore apostolico Helsinki),

“I documenti preparatori del Sinodo dei vescovi, pubblicati tre giorni fa, sono stati ricevuti con qualche riserva dai vescovi della Conferenza episcopale nordica”. Lo si legge nel comunicato stampa pubblicato oggi a conclusione della sessione plenaria dei vescovi nordici che si sono riuniti nel monastero di Strahov a Praga. La spiegazione è nelle parole del vescovo di Copenaghen, mons. Czeslaw Kozon, presidente della Conferenza episcopale: “Sorge la domanda su come noi, nei nostri Paesi con un numero così ridotto di cattolici, possiamo realizzare un progetto del genere in così poco tempo”. Non solo: i documenti contengono verità e riferimenti profondi e fondamentali rispetto al “camminare insieme” e all’“ascoltarsi vicendevolmente”, ma “sono alquanto vaghi riguardo alla meta del cammino”, secondo mons. Erik Varden (Trondheim). C’è già “una buona esperienza di ‘sinodalità su piccola scala’, proprio a motivo della situazione di Chiesa della diaspora”, spiega mons. Bernt Eidsvig (Oslo). Alle Chiese particolari ora viene chiesto di ampliare la propria agenda per includere la Chiesa universale, ma la Chiesa “qui al nord è da tempo sulla strada della sinodalità”, sempre mons. Eidsvig.
Sulla scelta dei temi invece l’osservazione del cardinale di Stoccolma, Anders Arborelius: l’evangelizzazione, la catechesi e il rafforzamento dell’unità interna della Chiesa “dovrebbero essere affrontati in via prioritaria”. È in preparazione una lettera pastorale congiunta per l’inizio del cammino sinodale. Criticità sono emerse al Nord anche in relazione al Motu proprio “Traditionis custodes”: “Il divieto di celebrare il rito straordinario in una chiesa parrocchiale è visto da alcuni vescovi come di difficile attuazione”, dice la nota, “poiché in alcune diocesi tutte le chiese sono anche parrocchie”. Sebbene “alcuni sostenitori del cosiddetto vecchio rito” comprendano il “timore di una spaccatura nella Chiesa a motivo dell’ideologia del rifiuto del Vaticano II”, non sono i divieti che possono servire in tali circostanze, secondo mons. Varden. La sfida è “reinterpretare l’ecclesiologia cattolica sulla base dei documenti del Vaticano II”. In ogni caso, dicono i vescovi nordici, “bisogna fare di tutto per preservare l’unità della Chiesa e contrastare tutte le tendenze divisive”.
L’ultima notizia che arriva dal nord riguarda l’emittente Ewtn (Eternal Word Television Network), già attiva in alcuni Paesi nordici e che, con il sostengo dei vescovi, sta lavorando per espandere le sue attività.

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