San Domenico: mons. Perego (Ferrara-Comacchio), “una Chiesa che non si sporca le mani con il mondo rischia di cadere nello spiritualismo individualista”

“La nostra Chiesa in Italia, in cammino e in ricerca di nuove o rinnovate strutture per essere Chiesa che evangelizza e testimonia la fede, ha bisogno di recuperare nella sua missione la gioia del Vangelo, così da essere capace di ‘attirare a sé’, come è stato capace il Signore, le persone in ricerca della Parola del Signore e del Pane di vita”. Lo ha detto mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, nell’omelia della messa celebrata oggi nella basilica bolognese di San Domenico in occasione dell’ottavo centenario della morte del Santo (Bologna, 6 agosto 1221). Per l’occasione, la diocesi di Bologna ha indetto un Anno giubilare, che terminerà per l’Epifania 2022.
“Una Chiesa che non si rinnova, che ha paura di sporcarsi le mani con il mondo – il monito del presule -, rischia di cadere nello spiritualismo individualista, rischia di non ascoltare la Parola di vita, ma di ascoltare i propri risentimenti, le proprie delusioni, i propri timori che non generano gioia, ma solo tristezza: come per il giovane ricco del Vangelo”. La Parola, ha aggiunto “invita alla missione nella quotidianità: la nostra città e i nostri paesi sono ancora la nostra Nazareth, la nostra Galilea”, e “il nostro popolo di Dio è il popolo d’Israele in cammino, la folla che ascolta la Parola del Signore e per la quale avviene la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la folla che offende Gesù lungo il Calvario o lo piange”. La missione “è qui, nel nostro tempo, nei nostri percorsi di fede, nei nostri gesti di gratuità, nell’ascolto – ha concluso – della Parola e nella celebrazione dell’Eucaristia”.

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