Demografia: Istat, in Italia popolazione in calo quasi ovunque. 59 milioni 259mila i residenti ad inizio 2021 (in un anno -384mila). Speranza di vita in calo di 1,2 anni

Nel 2020 la pandemia da Covid-19 ha prodotto effetti non soltanto, per quanto prevalentemente, sulla mortalità ma anche sulla mobilità residenziale interna e con i Paesi esteri, arrivando a incidere persino sui comportamenti riproduttivi (nell’ultimo mese dell’anno) e nuziali. Lo certifica il report sugli “Indicatori demografici” per l’anno 2020 diffuso oggi dall’Istat.
Nell’ultimo anno si è registrata un’ulteriore riduzione della popolazione residente, scesa al 1° gennaio 2021 a 59 milioni 258mila. Ininterrottamente in calo da 7 anni consecutivi, e specificamente dal 2014 quando raggiunse la cifra record di 60,3 milioni di residenti, l’ammontare della popolazione registra nel 2020 una riduzione di 384mila unità sull’anno precedente (-6,4 per mille residenti).
Dalle stime provvisorie, le nascite sono risultate pari a 404mila mentre i decessi hanno raggiunto il livello eccezionale di 746mila (il 18% in più di quelli rilevati nel 2019). Ne consegue una dinamica naturale (nascite-decessi) negativa nella misura di 342mila unità.
Con l’eccezione del Trentino-Alto Adige, dove si registra una variazione annuale della popolazione pari a +0,4 per mille, tutte le Regioni sono interessate da un decremento demografico. Il fenomeno colpisce maggiormente il Mezzogiorno (-7 per mille) rispetto al Centro (-6,4) e al Nord (-6,1). Molise (-13,2) e Basilicata (-10,3) sono le regioni più colpite; tra quelle del Nord spiccano Piemonte (-8,8), Valle d’Aosta (-9,1) e soprattutto Liguria (-9,9).
Stando ai dati diffusi, per effetto del forte aumento del rischio di mortalità, specie in alcune aree e per alcune fasce d’età, la sopravvivenza media nel corso del 2020 appare in decisa contrazione. La speranza di vita alla nascita, senza distinzione di genere, scende a 82 anni, ben 1,2 anni sotto il livello del 2019. “Per osservare un valore analogo – si legge nel report – occorre risalire al 2012”. Gli uomini sono più penalizzati: la loro speranza di vita alla nascita scende a 79,7 anni, ossia 1,4 anni in meno dell’anno precedente, mentre per le donne si attesta a 84,4 anni, un anno di sopravvivenza in meno. A 65 anni la speranza di vita scende a 19,9 anni (18,2 per gli uomini, 21,6 per le donne).

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