Papa Francesco: “popolarismo” è antidoto a “populismo”. “Il disprezzo della cultura popolare è l’inizio dell’abuso di potere”

“La vera risposta all’ascesa del populismo non è più individualismo, ma il contrario: una politica di fraternità, radicata nella vita del popolo”. Lo dice il Papa, nel videomessaggio in spagnolo inviato, in occasione dell’apertura dei lavori, ai partecipanti alla Conferenza Internazionale “A Politics Rooted in the People” organizzata dal Centre for Theology & Community.  “Popolarismo”: così Francesco definisce l’antidoto al populismo, per dar vita ad una “politica con la maiuscola”, ad una “politica come servizio, che apra nuovi cammini affinché il popolo si organizzi e si esprima”. Si tratta, specifica il Papa, di “una politica non solo per il popolo ma con il popolo, radicata nelle sue comunità e nei suoi valori”. I populismi, invece, avverte Francesco, seguono come ispirazione, “cosciente o incosciente”, un altro tema: “Tutto per il popolo, niente con il popolo”, che si traduce in “paternalismo politico”. Nella visione populista, in altre parole, “il popolo non è protagonista del suo destino, ma finisce con l’essere vittima di una ideologia”: “Quando il popolo è scartato, lo si priva non solo del benessere materiale ma persino della dignità di attuare, di esser protagonista della sua storia, del suo destino, di esprimersi con i suoi valori e con la sua cultura, la sua creatività, la sua fecondità”. Ecco perché, spiega Francesco,  “per la Chiesa è impossibile separare la promozione della giustizia sociale dal riconoscimento dei valori e della cultura del popolo, inclusi i valori spirituali che sono la fonte del suo sentimento di dignità”. “Che tutte le diocesi del mondo rafforzino la loro collaborazione con i movimenti popolari”, l’auspicio del Papa, secondo il quale “il disprezzo della cultura popolare è l’inizio dell’abuso di potere”. “Una politica che si allontana dai popoli non potrà mai promuovere il bene comune”; conclude Francesco: “Una politica che si allontana dalle periferie non sarà capire il centro e confonderà il futuro con il riflettersi in uno specchio”.

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