Recovery Plan: Vacchina (Forma), “mismatch tra domanda e offerta di lavoro costa tra il 6-10% del Pil, investire su filiera formativa professionalizzante”

“Molti giovani che escono dalle scuole italiane non hanno le competenze e i requisiti richiesti dalle aziende. Il mismatch tra domanda e offerta continua ad essere troppo elevato e durante la pandemia, secondo gli ultimi dati del sistema Excelsior di Unioncamere, ha raggiunto il 43%: 4 aziende su 10 non riescono a trovare i profili che cercano. Questo costa tra il 6 e il 10% del Pil”. Lo afferma Paola Vacchina, presidente di Forma, secondo cui “il Pnrr può rappresentare un’opportunità storica per il Paese per effettuare quel salto culturale e di investimento infrastrutturale necessario, concentrando una particolare attenzione sulla filiera formativa professionalizzante, che può concretamente e sistemicamente contribuire allo sviluppo del Paese. La formazione professionale deve tornare centrale nelle politiche di sviluppo come lo è stata nel secondo dopoguerra e negli anni del boom economico”.
Vacchina, che è anche consigliera del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), ha presentato ai ministri Patrizio Bianchi e Andrea Orlando quattro proposte sulla “Ripresa e resilienza attraverso la formazione e il lavoro di qualità”. Si tratta di azioni “concrete e rapidamente realizzabili, quattro interventi interconnessi per il rilancio dell’occupazione e lo sviluppo della filiera professionalizzante nel nostro Paese: rafforzamento dell’infrastruttura formativa della Iefp, consolidamento e rafforzamento della Iefp Duale, sviluppo dell’Apprendistato formativo, potenziamento dell’offerta di percorsi Its”.
“La creazione e lo sviluppo delle competenze dei giovani e dei lavoratori rappresentano uno snodo essenziale per la ripresa del sistema produttivo e del Paese”, sostiene la presidente di Forma, secondo cui nel Pnrr “non c’è ancora sufficiente attenzione alla Iefp, completamente trascurata nella missione ‘Istruzione’ del Piano, come del resto nelle misure previste dai vari Decreti a sostegno dei settori colpiti dalla pandemia”. “Chiediamo che le ingenti risorse economiche di cui il Paese disporrà nei prossimi cinque anni – l’appello di Vacchina – siano utilizzate anche per mobilitare persone e imprese, attraverso il rafforzamento della componente professionalizzante del sistema educativo. Vogliamo evitare che lavoratori e sistema produttivo restino in futuro dipendenti dagli aiuti”.

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