Messa crismale: card. Betori (Firenze), “la nostra missione è essere testimoni di salvezza”

“Testimoni di salvezza, questa è la nostra missione. Testimoni che una salvezza è possibile, sempre, e nulla deve poter abbattere il cuore dell’uomo”. Lo ha affermato questa mattina l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, nel corso della Messa crismale che ha presieduto in cattedrale.
Il porporato ha ricordato il contesto in cui “si colloca la celebrazione, afflitto da una lunga pandemia, che le disposizioni tese a limitare il contagio stentano a contenere e la cui sconfitta appare ancora lontana mentre le vaccinazioni faticano a entrare a regime”. Richiamando poi le parole del Papa – “peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi” – il cardinale ha ammonito: “Dovrebbero convincerci che solo una rigenerazione della persona e dei legami sociali può dare fondamento alla speranza nel futuro”. “Un messaggio di speranza è quanto siamo chiamati a trasmettere in questa Pasqua”, ha proseguito, sottolineando che si tratta di “una speranza da non confondere con l’ingenuo ottimismo, con cui non pochi pensarono di esorcizzare la crisi un anno fa”. Betori ha invitato ad essere “testimoni di quale sia la vera salvezza, che non possiamo confondere con la salute, con la ricerca del benessere – che sarebbe più onesto chiamare lo star bene –, in un’ottica puramente naturalistica, che non lascia spazio alle ragioni dello spirito e quindi alla risposta del perché della vita, e non solo del come organizzarla per evitare la sofferenza, come vorrebbe il dogma a cui si è assuefatta la nostra società”. “Testimoni di una salvezza – ha proseguito – concretamente visibile e sperimentabile nel volto di Cristo ma anche nei segni, pur contraddittori, di una Chiesa che ne deve continuare la presenza nella storia, e quindi dare volto sempre attuale a questa sua presenza nel mutare dei tempi”.
Dal cardinale la sottolineatura dell’importanza di una “conversione pastorale” che abbia come “destinatari privilegiati” dell’azione “i poveri, gli emarginati, gli oppressi, coloro che vivono nell’oscurità, materiale e spirituale”. E auspicando che “nessuno sia lasciato ai margini, di tutti ci si prenda cura”, Betori ha evidenziato che “le modalità del nostro agire devono collocarsi nel contesto del Cammino sinodale che il Papa vuole per tutta la Chiesa italiana”. Si tratta di rinunciare “ai protagonismi, alle esperienze settoriali, a un esercizio della responsabilità come autorità”, dedicandosi invece al “cammino di ascolto e di discernimento”.

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