Messa crismale: mons. Mansi (Andria), “senza il riferimento a Cristo oggi inevitabile cadere nel pessimismo”

“Spesso pensiamo che un sacerdote, per essere veramente tale, deve essere un uomo pieno di capacità, deve sapere dire molte belle parole per convincere gli altri, deve promuovere mille iniziative, dimenticando, forse, che ciò che rende veramente feconda la nostra vita è innanzitutto e soprattutto l’amore per il Signore crocifisso e risorto, che un giorno ci ha incontrato e ha dato una direzione particolarissima alla nostra esistenza”. Lo ha detto il vescovo di Andria, mons. Luigi Mansi, nell’omelia della messa del Crisma, che ha celebrato ieri, in cattedrale. Soffermandosi sul tempo della pandemia, il presule ha evidenziato che “il nostro amore a Cristo e alla Chiesa ci sta chiedendo un impegno davvero inedito per ridisegnare la nostra vita ecclesiale su basi ormai nuove, tutte da studiare con grande passione e intelligenza, direi quasi con fantasia pastorale”. Poi, il pensiero rivolto ai sacerdoti morti nei mesi scorsi: don Vito Ieva, don Mimmo Massaro e i religiosi Dehoniani padre Michele Critani e padre Enzo Pinto.
Tornando alla Messa crismale, mons. Mansi ha sottolineato come la partecipazione dei sacerdoti con diaconi e fedeli manifesti “l’importanza e la bellezza di essere uniti in comunione con il vescovo”. “Oggi, infatti, potremmo dire che è la festa della ‘comunione diocesana'”. Dal vescovo una domanda ai preti: “Sappiamo testimoniare ai nostri fratelli la gioia che nasce ogni giorno sempre nuova da questo incontro col Signore, soprattutto quando siamo all’altare a celebrare i divini misteri con e per il popolo a noi affidato? Essere presbiteri significa vivere questa appartenenza a Gesù!”. E ancora un monito: “Se perdiamo il riferimento a Cristo è inevitabile, soprattutto nelle circostanze attuali, cadere nel pessimismo, nel fatalismo e nella sfiducia, nell’abitudinarietà, o peggio intraprendere strade di annuncio del Vangelo ed iniziative pastorali dove i protagonisti siamo noi e non il Signore”. Infine, l’augurio di “vivere un amore fatto di contemplazione e di servizio, per essere dispensatori della grazia che salva, sempre e dovunque”.

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