Pasqua: mons. Fontana (Arezzo), “la famiglia sia laboratorio di una rivoluzione necessaria per sconfiggere il male”

“Il tempo che stiamo vivendo è segnato oggettivamente da una sofferenza divenuta presente in ogni parte del mondo. Il male fa paura a tutti, ma è da stare attenti a come lo si racconta”. Lo scrive il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, mons. Riccardo Fontana, nel suo messaggio ai fedeli per la Pasqua. “Abbiamo pregato con fede, chiedendo aiuto a Dio e invocando l’intercessione della Madonna di cui, nelle precedenti fasi del contagio, abbiamo percepito l’aiuto – ha ricordato il presule -. L’intervento del soprannaturale non si realizza contrapponendosi al mondo della sanità o a quello della politica. Il ruolo della preghiera, per opera della Grazia, porta effetti nelle motivazioni interiori della gente ed è quel campo in cui né l’ordine materiale né la legge riescono a incidere in modo esaustivo”.
Ricordando poi che “Pasqua è la Festa della vittoria di Dio sul male e sulla morte”, il vescovo ribadisce che “lo è particolarmente in questi anni difficili”. “La riflessione che suggerisco, in questi giorni di Pasqua, è di raccomandare al Signore i nostri cari, ricordandoli quando la famiglia si riunirà insieme: fate una preghiera per loro, perché non siano dimenticati”. “Ci hanno fatto del bene. C’è ancora un vivo rapporto di amore, che non può essere distrutto neanche dalla pandemia”. Infine, una richiesta “quando sarà finita la durissima pandemia”: “Per favore, liberiamoci dal pensiero di ricostruire il passato. Ci è chiesto di edificare un mondo più giusto, dove non abbiano cittadinanza la violenza, la discriminazione tra le persone, il trionfo dei sensi sulla libertà che, invece, viene dal rispetto vicendevole”. Quindi, l’augurio di questa Pasqua: “Le storie d’amore tornino ad affascinare ciascuno di noi. La famiglia sia il laboratorio di questa rivoluzione necessaria per sconfiggere il male. Il rispetto vicendevole tra i genitori sia la scuola principale per i figli. Con l’aiuto del Vangelo, si superi la tentazione del solipsismo e si riprovi per l’ennesima volta nella storia dell’umanità a valorizzare l’amicizia, a far sorgere bellissime storie”.

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