Messa crismale: mons. Cancian (Città di Castello), “portiamo all’altare tutte le lacrime delle persone” che stanno soffrendo pe il Covid

Nella cattedrale di Città di Castello il vescovo, mons. Domenico Cancian, ha presieduto la messa crismale, “preludio al triduo pasquale”, sia pure nelle limitazioni dovute al covid, il mistero dell’istituzione dell’eucarestia, del sacerdozio e dei sacramenti.
“Anche questo Giovedì Santo 2021 è segnato dalla pandemia, con tutte le sofferenze che conosciamo”, ha rimarcato il presule nella celebrazione.
“Come pastori del nostro popolo – ha proseguito il vescovo – portiamo su questo altare tutte le lacrime delle persone che hanno avuto lutti, che stanno ancora lottando in modi più o meno gravi nell’ospedale e nelle case, con le conseguenti difficoltà sociali ed economiche, le disuguaglianze, l’impoverimento. Siamo qui anche per tutti questi fratelli e sorelle che soffrono, per le nostre comunità, le nostre parrocchie, il Paese e il mondo intero. Su queste ferite vogliamo versare l’olio della Letizia che fra poco benediremo”.
Ai preti e ai diaconi mons. Cancian ha voluto ricordare che la chiamata “è partita da uno sguardo carico di amore di predilezione da parte di Gesù che ha voluto e vuole fidarsi di ciascuno di noi, peccatori come tutti (miserando atque eligendo). E noi, solo nella luce di questo Amore senza alcun nostro merito, abbiamo lasciato tutto per seguire e rappresentare Lui, Gesù, l’Unico Buon Pastore”.
Ai sacri ministri “è affidato il mandato missionario che ci fa strumenti e mediatori dell’Amore misericordioso del Signore, portando il profumo e il balsamo del Suo Amore ai poveri, agli schiavi di oggi, ai cuori spezzati dalle sofferenze a volte durissime come abbiamo visto in questi mesi. Abbiamo però visto anche altrettante testimonianze commoventi di generosa dedizione che hanno portato grande sollievo, a volte è determinante”.
Ai pastori è affidato il compito di accompagnare chi è nella sofferenza “senza stancarci; è il modo concreto di far presente l’Amore di Gesù ai malati, agli anziani, ai bambini, ai giovani, alle famiglie, alle persone che hanno perso il lavoro e anche la speranza”. È anche il momento di incoraggiare “le nostre comunità duramente colpite dalla crisi sanitaria, sociale e politica, a riprendersi, rinnovarsi e rilanciarsi nella luce della Pasqua, ossia della reale possibilità di passare dalla morte alla Vita”.
Al termine della celebrazione il vescovo ha annunciato le prossime ordinazioni al presbiterato del diacono Giuseppe Floridi e al diaconato del seminarista Filippo Chiarioni.

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