Paraguay: mons. Benítez (segretario generale vescovi) su appello Papa, “siamo stati sorpresi dalle sue parole e gli siamo grati”

“Siamo stati sorpresi dall’appello del Papa, non ce l’aspettavamo. Ma sappiamo che, attraverso la nunziatura e gli organi di stampa, è sempre informato di quello che succede. E gli siamo grati perché si è ricordato del Paraguay, di un Paese così lontano. Inoltre, la sua preghiera è in consonanza con il nostro appello alla non violenza, attraverso la quale non si costruisce nulla”. Lo dice al Sir il segretario generale della Conferenza episcopale paraguagia (Cep), mons. Amancio Francisco Benítez Candia, vescovo di Benjamín Aceval, all’indomani delle parole di Papa Francesco, che al termine dell’udienza del mercoledì ha detto: “Prego il Principe della pace perché il Paraguay intraprenda un cammino di dialogo sincero, per trovare soluzioni adeguate alle attuali difficoltà e costruire ponti di pace. La violenza è sempre autodistruttiva, con essa non si guadagna nulla, ma si perde molto, a volte tutto”.
Nelle ultime ore si sono un po’ placate le proteste popolari, che si sono sviluppate nelle ultime settimane e hanno provocato la richiesta dell’opposizione di mettere il presidente Mario Abdo Benítez in stato d’accusa sulla gestione politica dell’emergenza Covid-19, prefigurando un suo impeachment. La richiesta è stata però respinta, sempre mercoledì, dalla Camera, con 42 voti contrari (espressi dal Partito Colorado) e 36 voti a favore.
Prosegue mons. Benítez: “Il Parlamento si è espresso rapidamente. Noi come Chiesa non ci siamo espressi a favore o contro il giudizio sul presidente. Al tempo stesso, continuiamo a chiedere provvedimenti e aiuti economici alle fasce meno protette e di ascoltare le richieste della gente, di non reprimere la protesta e ci raccomandiamo che non siano usati metodi violenti”. Inoltre, il segretario generale registra che “la protesta è nata dai social network, poi si sono aggiunte le forze di opposizione. Ma non hanno finora partecipato i rappresentanti delle associazioni campesine, che hanno convocato una mobilitazione per il 25 marzo, e operaie. Ora la situazione mi pare più tranquilla, ma certo può evolvere in qualsiasi momento”.

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