Don Peppe Diana: mons. Spinillo (Aversa), “al suo assassino rispose senza reticenze: ‘Sono io'”

“Il Signore Dio non ha bisogno di luoghi fastosi o di offerte cultuali e spesso formali in cui sembra che sia l’uomo a chiedere qualcosa di utile per sé, per la propria povera esistenza, quasi tentando di usare per sé la potenza di Dio. Quanto è illusoria la presunta religiosità di chi vive nella logica della prepotenza camorrista e immagina di essere devoto a Dio solo perché ritiene di poter offrire delle cose all’Onnipotente”. Lo ha evidenziato, oggi, il vescovo di Aversa, mons. Angelo Spinillo, nella messa, celebrata nella chiesa di San Nicola di Bari, a Casal di Principe, per il XXVII anniversario dell’uccisione di don Peppe Diana, per mano della camorra.
“La verità della fede ci dona di incontrare il Signore Dio che chiama noi alla vita, chiama l’umanità ad essere presente davanti alla Sua presenza; in altre parole, a vivere con Lui sempre, ad essere, come Lui, presenza viva, presenza e persona che modella la storia, che non rimane indifferente o tragicamente succube del potere delle cose, ma capace di carità, come Dio che è carità, che è grazia di amore e dona vita”.
Il vescovo ha ricordato che l’attuale parroco di San Nicola di Bari, don Franco Picone, parlando dell’uccisione del suo predecessore, sottolinea “l’enorme significato della risposta che egli diede al suo assassino quando questi chiese: ‘Chi è don Peppe Diana?’. Don Peppe rispose con serena disponibilità: ‘Sono io’. Giustamente don Franco ha osservato che in quella risposta non ci fu alcun tentativo di nascondersi o di deviare un discorso che sembrava comunque doverlo impegnare. Sappiamo, da testimonianze di altri sacerdoti, che la sera precedente, trovandosi insieme ad alcuni confratelli, don Peppe sembrò a loro piuttosto inquieto, come preoccupato. Forse questo avrebbe anche giustificato un tentativo di risposta diversa. Ma egli si presentò senza reticenze e rispose, forse inconsapevolmente in quel momento, come Gesù nel momento della sua cattura nell’Orto degli ulivi: ‘Sono io’”. Mons. Spinillo, riagganciandosi a un discorso di San Giovanni Paolo II alla sesta Giornata mondiale della gioventù in Polonia, nel 1991, ha aggiunto: “Il Papa ricordò che Dio si presenta e si rivela sempre come ‘Io sono’ e che anche Gesù, nel Vangelo, spesso si presenta come ‘Io sono’”, poi “disse ai giovani evidenziando che l’uomo che vive alla presenza di Dio può veramente ‘ritrovare e confermare fino in fondo questa identità umana’ e concluse: ‘Io sono’ dinanzi all’Io sono di Dio. Guardate la croce sulla quale il divino ‘Io sono’ significa Amore”.

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