San Giuseppe: card. Betori (Firenze), “occorre il coraggio della fede per dire che ciò che dà valore alla vita è la capacità di donarla”

Oggi “occorre davvero il coraggio della fede, dell’obbedienza della fede” per dire che “ciò che dà valore alla vita è la capacità di donarla, dando spazio alla libertà degli altri”. Così il cardinale arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, nell’omelia della messa celebrata questa sera, nella solennità di San Giuseppe, nella chiesa cittadina intitolata al Santo. Attingendo alla lettera apostolica “Patris corde” che Papa Francesco ha dedicato a San Giuseppe, Betori si è soffermato sui sogni del padre putativo di Gesù, non “un’evasione dalla realtà”, ma “lo spazio della coscienza in cui non si pretende di decidere tutto da noi, ma ci si lascia illuminare” da Dio.
Il primo “a cui San Giuseppe si affida è quello che gli permette di guardare con occhi nuovi la sua promessa sposa e di scorgere in lei un mistero più grande di quello che occhi umani potevano immaginare”, spiega l’arcivescovo. Il successivo “gli chiederà di prendere il bambino e sua madre e di fuggire in Egitto, per sfuggire alle minacce di Erode. C’è nel gesto di Giuseppe e nella condizione in cui la sua piccola famiglia si viene a trovare – osserva Betori – tutta la sofferenza che la precarietà proietta sulle famiglie nel mondo, da quella che tutti stiamo sperimentando di fronte a un virus che non si lascia domare, se non appunto nella custodia che ci prendiamo gli uni degli altri, fino alla tragedia dei profughi che mettono a repentaglio la loro vita per dare a essa un futuro più umano”. Il terzo sogno, prosegue, “chiede a Giuseppe di tornare nella terra d’Israele, ma nel tragitto ancora un sogno ne corregge l’itinerario e lo spinge oltre la Giudea, verso la Galilea, fino a Nazareth”.
Infine, con un pensiero all’Anno Famiglia Amoris Laetitia istituito dal Papa che si apre oggi, Betori ha concluso: “In un mondo che fa del possesso il metro di giudizio della vita dell’uomo”, il Pontefice “ci invita e vivere a partire da oggi, per ricollocare la missione della famiglia in un orizzonte di pienezza umana e di fede”.

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