Marco Biagi: Mattarella, “terrorismo sconfitto dall’unità del popolo italiano, fanatismo e l’odio portano sempre a imbarbarimento e declino”

“Il terrorismo è stato sconfitto dall’unità del popolo italiano e dalla consapevolezza che la libertà e i principi sanciti dalla Costituzione restano la cornice indispensabile di ogni progresso civile e sociale. Il fanatismo e l’odio portano sempre all’imbarbarimento e al declino: è questa una lezione che viene dai momenti più difficili della nostra storia e che mai va dimenticata”. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 19° anniversario dell’omicidio del giuslavorista Marco Biagi, avvenuto a Bologna il 19 marzo 2002 per mano di un commando di terroristi appartenenti alle Nuove Brigate Rosse.
“L’agguato e la morte per mano assassina di Marco Biagi hanno impresso nella memoria della nostra comunità nazionale un segno profondo che non può essere cancellato”, sottolinea il Capo dello Stato. “Il primo pensiero di intensa solidarietà – prosegue – è rivolto alla signora Marina Orlandi Biagi e ai familiari, costretti a sopportare negli anni il dolore più straziante, e tuttavia capaci, insieme ad amici e colleghi del professor Biagi, di proseguire la ricerca da lui iniziata e di svilupparne riflessioni e studi rendendo sempre più ampio e approfondito il confronto sui temi del diritto del lavoro e delle relazioni industriali”.
“Proprio questo – evidenzia il presidente – i terroristi volevano colpire: lo studio delle trasformazioni economiche e sociali, la libera discussione orientata alle migliori scelte politiche e legislative, l’incessante ricerca di punti di equilibrio tra i molteplici interessi al fine di garantire sviluppo e coesione sociale”. “Nel delirio ideologico della banda brigatista, dovevano essere spezzati quei fili che collegavano le Istituzioni alla società, le decisioni politiche al necessario fondamento di competenze, di confronto intellettuale, di connessione con le aspirazioni delle parti sociali. Come Biagi – ricorda Mattarella – furono barbaramente uccisi Ezio Tarantelli, Roberto Ruffilli, Massimo D’Antona che non possiamo non ricordare insieme, perché li accomunavano la passione negli studi e la generosità dell’impegno pur nelle differenze che rendono viva la democrazia”.

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