San Giuseppe: mons. Perego (Ferrara), “la sua paternità è modello per la vita familiare ed ecclesiale”

San Giuseppe “è l’uomo giusto, il fidanzato rispettoso, lo sposo responsabile. Soprattutto è un padre. Ed è questa paternità di san Giuseppe che oggi noi vogliamo ricordare e prendere a modello nella vita familiare ed ecclesiale”. Lo ha affermato oggi l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. GianCarlo Perego, nell’omelia che ha pronunciato a Jolanda di Savoia nella messa che ha presieduto in occasione della solennità di San Giuseppe.
“Quest’anno la celebrazione di S. Giuseppe coincide con l’inizio dell’Anno della famiglia, Amoris laetitia”, ha ricordato l’arcivescovo, sottolineando come “tra noi sentiamo la mancanza di don Mauro, che aveva organizzato questa celebrazione solenne, nell’Anno dedicato dal Papa a S. Giuseppe. Lo sentiamo però vicino, in forza della comunione dei santi, quel legame che, per la misericordia di Dio, abbiamo con tutti i fedeli defunti”.
Nell’omelia, mons. Perego ha parlato della figura di san Giuseppe proponendo alcuni brani della lettera “Patris corde” di Papa Francesco. “Verità e tenerezza – ha spiegato – spesso mancano nella nostra vita familiare e sociale, anche nella vita ecclesiale. Ci si scaglia immediatamente sulle persone, le si umilia, le si offende dimenticando proprio ‘la verità e la tenerezza’. Se avesse denunciato Maria, se l’avesse umiliata, offesa per la maternità, Giuseppe oggi non sarebbe ricordato come un padre”, ha osservato Perego. Giuseppe è “padre nell’accoglienza”, ha proseguito; non è “un uomo rassegnato passivamente” ma, anzi, mette in campo, un “protagonismo” che è “coraggioso e forte”. “Nella nostra vita – ha osservato l’arcivescovo – rischiamo troppe volte di giudicare le persone prima ancora di accoglierle, vogliamo costringere le persone ad entrare nei nostri schemi, nei nostri progetti altrimenti le rifiutiamo. Questo capita in famiglia, con i figli, ma anche in parrocchia”. Da san Giuseppe, poi, “possiamo imparare ad ‘amare la Chiesa e i poveri’, scegliendo la prossimità e non il rifiuto, la condivisione e non l’umiliazione”.
“Mentre ricordiamo e affidiamo al Signore il nostro fratello sacerdote e padre spirituale don Mauro, nel trigesimo della sua morte, chiediamo al Signore, per intercessione di S. Giuseppe la grazia e il dono di sacerdoti padri spirituali e di padri di famiglia che educhino alla fede e alla vita i loro figli”, ha concluso Perego.

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