Papa Francesco: “stiamo vivendo una cultura dello scarto, e dobbiamo reagire”

“La Fondazione e il Campus Bio-Medico, e la sanità cattolica in generale, sono chiamate a testimoniare coi fatti che non esistono vite indegne o da scartare perché non rispondono al criterio dell’utile o alle esigenze del profitto”. Ne è convinto il Papa, che ricevendo in udienza i membri della Biomedical University Foundation dell’Università Campus Bio-Medico di Roma ha ribadito che “ogni struttura sanitaria, in particolare di ispirazione cristiana, dovrebbe essere il luogo dove si pratica la cura della persona e di cui si possa dire: ‘Qui non si vedono solo medici e ammalati, ma persone che si accolgono e si aiutano: qui si tocca con mano la terapia della dignità umana, che non va negoziata mai, sempre va difesa”. “Noi stiamo vivendo una cultura dello scarto, e dobbiamo reagire alla cultura dello scarto!”, ha aggiunto a braccio. “Mettere al centro la cura della persona dunque, senza dimenticare l’importanza della scienza e della ricerca”, l’invito di Francesco: “Perché la cura senza scienza è vana, come la scienza senza cura è sterile. Le due cose vanno insieme, e solo insieme fanno della medicina un’arte, un’arte che coinvolge testa e cuore, che coniuga conoscenza e compassione, professionalità e pietà, competenza ed empatia”. “Grazie perché favorite uno sviluppo umano della ricerca”, l’omaggio del Papa, che ha denunciato come “spesso, purtroppo, si inseguono le vie redditizie degli utili, dimenticando che prima delle opportunità di guadagno ci sono le necessità degli ammalati. Esse si evolvono continuamente e occorre perciò prepararsi ad affrontare patologie e disagi sempre nuovi. Ho in mente, tra gli altri, quelli di molti anziani e quelli legati alle malattie rare”. “Oltre a promuovere la ricerca, voi aiutate chi non ha mezzi economici per sostenere le spese universitarie e affrontate costi rilevanti che il bilancio ordinario non può sostenere”, ha sottolineato Francesco, citando in particolare l’impegno “già affrontato per il Centro Covid, per il Pronto Soccorso e per la recente realtà dell’Hospice. Tutto ciò è molto buono, è bello far fronte a urgenze maggiori con aperture sempre più grandi. Ed è importante farlo insieme”.

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