Cammino sinodale: mons. Farrell (Dublino), “il modo in cui la Chiesa, cioè noi, viviamo la nostra missione, ha continuamente bisogno di essere rivitalizzato”

“Ciò che non cambia o non è mai stato vivo, o non è più vivo”. Così ha iniziato l’arcivescovo di Dublino, mons. Dermot Farrell una riflessione nella pro-cattedrale di Saint Mary a Dublino, durante la celebrazione per l’apertura del cammino sinodale, ieri, 17 ottobre. “Il modo in cui la Chiesa, cioè noi, viviamo la nostra missione, ha continuamente bisogno di essere rivitalizzato”, ha quindi proseguito. Come per le ossa secche nella valle della morte, di cui racconta il profeta Ezechiele, non si tratta di “un mero cambiamento politico, ma un’occasione di profondo rinnovamento spirituale, che richiede un cuore nuovo e uno spirito nuovo”. Allo stesso modo è delle dinamiche di governo della Chiesa e dell’invito di Papa Francesco a intraprendere questo viaggio “rivolto a tutti i battezzati, perché tutti i battezzati sono sulla barca insieme”. “Incontrarsi, ascoltarsi e discernere gli uni con gli altri”, il metodo. Il discernimento è un “lungo processo”, senza “risposta predeterminata” o conclusioni decise a priori. C’è un dinamismo coinvolto in questo processo, ma “non possiamo rinnovare la Chiesa con sondaggi o questionari”: è la stessa “voce di Dio che riformula le domande su come la Chiesa realizza la sua visione e missione, poiché la Chiesa è fatta da Dio”. Secondo mons. Farrell “ciò di cui la nostra Chiesa ha bisogno oggi è il rinnovamento”, che può avvenire “solo attraverso l’incontro, l’ascolto reciproco, libero da ideologie e agende predeterminate”. Ma sarà un “processo spirituale” oltre le “polarizzazioni” a farlo intuire. Il vescovo ha anche invitato a “non rinunciare a nessuna aspettativa di cambiamento”, a partire dalla domanda: “cosa vuole Dio dalla Chiesa di Dublino in questo momento?”.

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