Cammino sinodale: Russia, i messaggi dei vescovi. “Camminare insieme come Popolo di Dio, itinerante ed evangelizzatore”. “Le comunità siano più unite e vivaci”

Parte dalle parrocchie, comunità, gruppi sul territorio la prima parte del cammino sinodale nella diocesi di Mosca, invitati in una riunione che si è tenuta ieri, a “parlare tra loro della loro esperienza di sinodalità nella Chiesa”. L’arcivescovo Paolo Pezzi ha invitato tutti a fare dei temi sinodali oggetto di scambio anche “con gli amici, i colleghi di lavoro, i vicini”. Anche i fedeli di altre confessioni potranno contribuire. “Non nascondete questo processo”, ha esortato, “siate creativi” sia per quel che riguarda la vostra partecipazione che quella degli altri. A livello diocesano ci sarà un gruppo coordinato dal vicario Kirill Gorbunov che avrà il compito di “agitare le acque” e poi raccogliere i risultati di questi dialoghi locali, che a fine febbraio dovranno trovare una sintesi, da unire poi con quella delle altre diocesi russe.
Il vescovo Clemens Pickel di Saratov ha scritto una lettera a tutti i fedeli della diocesi, ricordando il 30° anniversario della rifondazione delle strutture della Chiesa cattolica in Russia, e che si è celebrato da pochi giorni: “30 anni di vita concreta della Chiesa in Russia sono una piccolissima parte della storia bimillenaria della Chiesa universale, ma è con l’esperienza maturata in questi 30 anni che possiamo unirci al processo preparatorio del prossimo Sinodo”, scrive mons. Pickel. “Penso che sia importante aiutarci a vicenda a vedere tutte le cose buone che vale la pena continuare e dove crescere”. Il sinodo non è una “faccenda di vescovi”, non è una “fabbrica di carte. La richiesta, o meglio, l’invito, è semplice e difficile allo stesso tempo: incontratevi, ascoltatevi, aiutatevi a riconoscere e prendere le decisioni giuste! Siate una Chiesa viva”.
Il vescovo di Novosibirsk Joseph Vert ha parlato del sinodo avviato come “l’evento più importante nella vita della Chiesa cattolica della nostra epoca dopo il Vaticano II”; il Concilio però è avvenuto in un tempo in cui la Chiesa cattolica dell’Urss era dietro la “cortina di ferro” ed era stata privata della opportunità di camminare insieme alla Chiesa universale. Ora il cammino sinodale “ci offre una tale opportunità” di camminare insieme “come Popolo di Dio, itinerante ed evangelizzatore”.
Il vescovo di Irkutsk Kirill Klimovic ha scritto una lunga lettera in cui spiega le tappe e le modalità di lavoro e precisa: “la novità di questo evento è l’invito di tutta la Chiesa a partecipare alle riflessioni del Sinodo, non solo dei delegati invitati in Vaticano”. Con una sottolineatura: “si può avere l’impressione che mettendo in discussione l’insegnamento della Chiesa lo mettiamo in pericolo, come se ‘riscrivessimo’ i fondamenti della fede in modo moderno. Non sarà così”, dal momento che la richiesta del Papa è che questo Sinodo si svolga in uno spirito di unità. Il vescovo auspica una ampia partecipazione affinché le comunità “diventino più unite e rivitalizzate” e “le voci dei fedeli siano realmente prese in considerazione nelle discussioni sinodali”.

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