Colombia: p. De Roux (Commissione Verità), “rendere visibile l’opera collettiva per la pace”

“Mons. Rueda, la ringrazio sinceramente per questo contributo dell’intera Conferenza episcopale colombiana e della Pastorale sociale e Caritas, che offre una visione globale di quanto la Chiesa fa per la pace in Colombia”. Lo ha detto il presidente della Commissione per la Verità, padre Francesco De Roux, nel ricevere il libro “Huellas de paz” (“Orme di pace”), presentato giovedì scorso nella sede della Cec. “Sono commosso – ha aggiunto il gesuita – nel ricevere questo libro, ho vissuto questa enorme esperienza di lotta per la pace all’interno della Chiesa, camminando per le strade, per le montagne, dal Magdalena Medio alle grandi città, insieme alla pastorale sociale, a mons. Henao. Ora l’arcivescovo Rueda cita direttamente un atteggiamento critico, assumendo errori e omissioni commessi dalla Chiesa fin dall’origine del conflitto. Questo libro è molto importante per rendere visibile un’opera collettiva per la pace, nella quale sono stati assassinati molti martiri, a dimostrazione della dimensione sacra della vita e della ricerca della pace”.
Tra i messaggi inviati al seminario quello dell’arcivescovo di Cali, mons. Darío Monsalve: “La Colombia ha bisogno di un nuovo processo di pace che includa tutti i settori armati, ma in modo differenziato, il Paese non può continuare nelle mani dei settori armati. Lo Stato dovrebbe essere il protettore della vita umana, non lo è. Prende strade di repressione”. L’arcivescovo ha ribadito, invece, l’invito a un dialogo a tutto campo: “Parliamo tutti insieme ma non bombardiamo i bambini nei campi di guerriglia, come è successo di recente nel Chocó, da parte delle forze armate”.
Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, presente alla presentazione del libro, commenta al Sir: “Questo seminario in Cec rappresenta una tappa storica per il riconoscimento, attraverso il presidente, mons. Rueda, di errori e omissioni commessi dalla Chiesa cattolica in quasi sessant’anni di conflitto armato. Già le comunità ecclesiali di base, e varie esperienze popolari come l’istituto Cinep dei gesuiti, Il movimento ecumenico per la pace, i clarettiani, hanno presentato vari report sulla persecuzione delle catechiste, laici e sacerdoti impegnati nell’opzione preferenziale per i poveri, nell’accompagnamento delle vittime dei crimini di Stato, nella ricerca di verità, giustizia e riparazione per moltissimi massacri e violazioni sistematiche dei diritti umani”.

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